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Da legale del Neuromed alla Corte dei conti: la nomina di Fimmanò che scuote i 5 Stelle

Insomma, come lo stesso Scurti ammette, Fimmanò ha un “curriculum stellare e nel panorama italiano è un autentico fuoriclasse, una eccellenza”.

Quindi sotto il profilo professionale e dell’aderenza ai requisiti, nulla quaestio. Ma nel curriculum ‘stellare’, secondo Scurti, ci sarebbe un cliente particolare. L’avvocato Francesco Fimmanò ha infatti assistito il gruppo Neuromed per l’acquisizione di una struttura di riabilitazione in Abruzzo. E forse, come lui stesso ammette, non è l’unico affare di cui si sarebbe interessato, in forza della sua esperienza e della sua professionalità, per la holding sanitaria che fa capo all’eurodeputato di Forza Italia Aldo Patriciello.

Tutto lecito, tutto legittimo. Il Neuromed è libero di scegliere il legale che preferisce, a maggior ragione se un principe del Foro come Fimmanò; e idem il professore partenopeo, certamente richiestissimo, che può decidere quali debbano essere i suoi clienti, senza che la sua assistenza legale sia legata in alcun modo agli affari o alle ideologie del cliente.

Il dubbio che insinua Scurti, insomma, è prettamente politico e di opportunità. Perché la sanità pubblica è da sempre ‘stella polare’ del Movimento. La sanità privata, invece, è quella di cui l’avvocato Fimmanò – individuato dai Cinque Stelle, in qualità di membro laico della Corte dei Conti, in ragione del suo curriculum di peso  – si è occupato in precedenza difendendo le ragioni del gruppo di Pozzilli.

“E’ un problema politico”, rimarca Oreste Scurti che chiede ad Antonio Federico “se questa scelta era l’unica, era necessaria, opportuna? Soprattutto alla luce del momento che vive il Molise in tema di sanità”.

E poi una serie di domande a raffica, all’indirizzo del parlamentare campobassano. “Tu conoscevi queste circostanze? Se sì, le hai rese note ai tuoi colleghi? Se non le conoscevi, allora ti chiedo di farti da parte perché un politico queste cose le deve sapere. Non puoi pensare di fare il parlamentare e ignorarle, soprattutto perché sei molisano”. Il vicepremier Di Maio, continua Scurti,  avrebbe potuto pure non essere a conoscenza di questo ‘caso molisano’, ma l’onorevole Federico aveva il dovere di saperlo e comunicarlo a colleghi e ai ministri. Perché si è operata una scelta che, stando all’avvocato isernino, rischia di diventare un boomerang per il Movimento 5 Stelle, soprattutto in Molise.

“E’ una scelta che politicamente non posso condividere” rimarca con forza, alzando la voce.

E poi Di Maio. Il ministro, e vicepremier, sarà a Campobasso, sabato prossimo, 20 ottobre, a inaugurare l’anno accademico dell’Unimol, preceduto proprio da un intervento del professor Francesco Fimmanò.

“Il ministro dovrebbe essere messo a conoscenza di questi fatti o li conosce già?“  chiede ancora Scurti a Federico a mezzo social, rimarcando spesso la ‘difficoltà’ nel condividere questa decisione assunta dal Movimento. Difficoltà politica, non di certo riferibile allo spessore del professor Fimmanò.

“A breve sarà nominato il commissario ad acta per la Sanità del Molise – chiosa – e i cittadini si chiedono se la nomina avverrà con gli stessi criteri utilizzati per la designazione dell’eccellente professor Fimmanò alla Corte dei conti”.

Contano gli ideali, non solo le elezioni e i risultati elettorali ma, in questa vicenda, Scurti è chiarissimo: l’amore, per usare le sue parole, rischia di trasformarsi in un calesse, e il carico potrebbe diventare troppo pesante da sopportare.

 

Per vedere l’intervento integrale di Scurti, clicca qui.

 

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