Spaccio e violenza: ecco come agivano i venditori di morte del clan Spada-Casamonica

L’attività di spaccio avveniva ad ogni ora del giorno e della notte. Gli indagati vendevano droga anche in presenza dei loro figlioletti e, nel caso di Venafro, a due passi da una scuola. Naturalmente nessun particolare veniva lasciato al caso e gli appartamenti erano dotati di un sistema di videosorveglianza, per evitare ospiti indesiderati.

SPACCIO E VIOLENZA. Nel corso delle indagini è emerso anche quello che gli inquirenti hanno definito il ‘potenziale intimidatorio del guppo’. Uno dei clienti, che ha trovato il coraggio di denunciare, è stato minacciato di morte e picchiato in un negozio di Isernia con il chiaro intento di farlo ritrattare. Non soltanto. Un altro assuntore è stato accompagnato fisicamente da Pino Spada in Tribunale e costretto a presentare una denuncia in Procura contro i carabinieri, in cui – dichiarando il falso – ha affermato di essere stato obbligato dai militari a dire di aver comprato droga dagli indagati.

IL BLITZ. Gli elementi raccolti hanno consentito di chiedere e ottenere dal gip Michela Sapio i provvedimenti cautelari. Il blitz ha visto in azione 45 militari, supportati da due unità Cinofile e un elicottero giunto da Pratica di Mare. Ultimate le formalità, i tre uomini arrestati sono stati rinchiusi nel carcere di Ponte San Leonardo. Due indagate sono state trasferite nel penitenziario di Chieti, mentre all’altra donna arrestata sono stati concessi i domiciliari perché mamma di bimbi piccoli. 

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