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Ex Ittierre, speranze al lumicino per la mobilità in deroga. Mazzuto sul banco degli imputati

“Per queste emergenze, a chi devono rivolgersi? A chi questi lavoratori devono chiedere risposte, alla Befana o all’assessore al Lavoro?” attacca, con voce calma, la serafica Aida Romagnuolo che strappa l’applauso degli ex Ittierre che hanno affollato l’aula di Palazzo d’Aimmo fin dal mattino. Un moto subito stoppato dal presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone.

mena e aida

“Il silenzio tombale di Mazzuto dura da troppo tempo – continua la Romagnuolo – è venuto qui, in aula, a leggere un papiro, a fare un soliloquio senza proposte. Una totale inadeguatezza: pur di non parlare con i lavoratori, gioca a nascondino. Per questo non può più ricoprire il suo ruolo, pagato profumatamente. Mazzuto oggi rappresenta solo se stesso. A proposito – chiosa ancora Aida Romagnuolo – che fine ha fatto la candidata della Lega alla Provincia di Isernia? Al presidente Toma chiedo ancora una volta a che titolo Mazzuto sia seduto lì, di rimuoverlo e ho una proposta: visto che percepisce 12mila euro al mese e in 5 anni ne incasserà e 750mila, togliamo l’assessorato, lei diventa titolare delle deleghe e con la somma risparmiata aiutiamo i lavoratori ex Ittierre finanziando il progetto di reinserimento lavorativo che hanno presentato”. Nessuno, in aula, può manifestare apprezzamento per le parole della Romagnuolo, occorre mantenere il comportamento consono al luogo e all’Istituizione ma i volti dei lavoratori esprimono di certo la rabbia per gli anni persi ad aspettare, per il tempo impiegato ad attendere le promesse che non si sono mai concretizzate e che oggi diventano un boomerang.

Ed è Mena Calenda, altra epurata dalla Lega di Salvini e Mazzuto, ad assestare il secondo colpo.

“La cronistoria è stata interessante ma è la cronistoria di quello che l’assessore non ha fatto – dice subito la Calenda -. Gli ex Ittierre sono da mesi senza ammortizzatori, nonostante siano stati autorizzati. Nel mese di marzo, il ministero del Lavoro aveva dato l’ok per 17 mesi (proroga di 5 mesi da luglio al novembre 2018 più il 2019) ma ad oggi non c’è stato alcun pagamento. L’assessore deve delle risposte al territorio da cui proviene, ha deciso di mettere da parte questi lavoratori scaricando sul Governo centrale la loro vicenda e dimostrando poca determinazione per avere i fondi che sono indispensabili per queste famiglie. Che non chiedono assistenza ma possibilità di avviarsi con il loro progetto di reinserimento professionale che però ha bisogno di risposte”. Mena Calenda chiede queste risposte a Toma. “La riqualificazione professionale nel campo dei beni ambientali e turistici, un percorso di concertazione con i Beni Culturali, gli assessori competenti e le Province, in pratica questo progetto è fattibile o deve essere cestinato? Lo dica subito. Ove mai fosse fattibile allora deve essere preso in considerazione e con risposte rapide e concrete. Questo immobilismo non fa bene alla sua maggioranza chiamata a dare risposte”.

Il Partito Democratico, con l’intervento di Vittorino Facciolla, rincara la dose.

facciolla buona

“Se avessimo avuto l’esigenza di lumeggiare le esegesi dell’azienda – dice subito commentando l’intervento in aula di Mazzuto – avremmo potuto farlo singolarmente, non utilizzando il Consiglio che dovrebbe fornire risposte e proposte”. Assolutamente impensabile ragionare di aiuti regionali alle imprese, rimarca Facciolla. “Apprezzo Iorio che vuole superare l’empasse attraverso una soluzione politica che è lo spazio dove tentare le soluzioni alle controverse vicende di impresa che sono calate sul territorio ma il Governo regionale non può fare impresa, non può e non deve: sistematicamente, nel corso degli anni passati, abbiamo drogato il mercato e illuso i cittadini molisani. Dobbiamo, invece, favorire le occasioni di crescita, la competitività, accompagnando lavoratori e imprese e su questo vi vedo in ritardo. Se in II Commissione non abbiamo argomenti da trattare, c’è un ritardo di programmazione evidente. Queste vertenze riguardano la competenza specifica dell’assessore e non lo dico per dare la croce a Mazzuto: i ritardi sono oggettivi e ingiustificati”. Per Facciolla la via d’uscita c’era ed è stata anche prospettata attraverso l’emendamento Nannicini, “coltivabile perché tecnicamente valido: se si faceva riferimento ai soli lavoratori dell’area di crisi complessa, quelle risorse da trovare e impegnare sarebbero state poche e residuali. La politica ha fallito, la delegazione parlamentare ha mostrato la sua debolezza, il governo regionale non si è impegnato. Non si sono fatti i giusti tentativi”.

E rispetto al ‘passaggio’ del caso Ittierre in Seconda Commissione, il segretario regionale del Pd mostra tutta la sua contrarietà votando no (l’unico voto contro): e’ una presa in giro, rimandare tutto in Commissione per una indagine conoscitiva è una presa in giro mai vista. Tra l’altro non abbiamo a disposizione nemmeno lo strumento del Bilancio, quindi di che parliamo”.

Di avviso diverso, naturalmente, il consigliere Michele Iorio che spiega: “Per il Molise la crisi della Ittierre è paragonabile alla crisi Fiat a livello nazionale o a quella dell’Alitalia. Abbiamo infatti  una platea di lavoratori che si sono trovati improvvisamente senza occupazione. L’individuazione dell’area di crisi complessa avrebbe dovuto in qualche modo aprire loro prospettive considerando che la filiera del tessile è stato uno dei motori principali dello sviluppo della nostra regione. Invece l’importo ottenuto di appena 15 milioni di euro è servito soltanto a finanziare cinque aziende per un totale di 52 posti di lavoro. Qualcuno ha responsabilità in quello che sta accadendo a queste famiglie rimaste senza reddito. E la responsabilità è certamente di chi non ha fatto bene i conti richiedendo al governo centrale troppi pochi fondi per garantire la copertura della mobilità per i lavoratori ed adeguati investimenti per il rilancio industriale dell’area interessata. Se riusciamo ad individuare tali responsabilità forse troviamo anche le condizioni per individuare le soluzioni . Oggi noi abbiamo il dovere,  impegnandoci tutti insieme,  di dare risposte positive a questi cittadini.   Per questo motivo la Commissione Lavoro rappresenta il luogo migliore per mettere insieme tutte le energie, di maggioranza ed opposizione, per arrivare all’obiettivo finale che deve essere solo quello di trovare una soluzione positiva a questa situazione”.

L’ordine del giorno passa, con votazione nominale, con 12 sì e un voto contrario, quello di Vittorino Facciolla. Il Movimento 5 Stelle si è astenuto.

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