Isernia, uffici regionali nel caos: ingegneri sul piede di guerra

L’Ordine ha chiesto un incontro urgente con il governatore Toma per trovare una soluzione ai disagi che si stanno registrando per effetto della riorganizzazione del personale

ISERNIA. Riorganizzazione del personale in servizio negli uffici regionali di Isernia: continuano a registrarsi disagi per gli utenti. Sul piede di guerra gli ingegneri e a farsi portavoce delle loro istanze è l’Ordine, che con una missiva firmata dal presidente Domenico Cimorelli, ha chiesto al governatore Toma e alla Giunta un incontro urgente per trovare una soluzione.

“Dall’inizio della settimana scorsa – spiega il consigliere dell’Ordine Alessandro Di Cristinzi – gli uffici regionali di Isernia sono stati ‘svuotati’ degli istruttori tecnici impiegati nei Servizi per le Costruzioni, con la conseguenza che l’attività autorizzativa è ormai in una situazione di inaccettabile stallo”.

Al momento il trasferimento del personale è stato sospeso. I lavoratori sono rientrati nelle sedi originarie, ma con le nuove mansioni. Questo vuol dire che sono “fisicamente presenti in ufficio – evidenzia ancora Di Cristinzi -, ma svolgendo ‘in remoto’ attività per altri servizi non potendo svolgere, per contro, le mansioni a cui per anni erano stati destinati”.

Una situazione a cui va posto rimedio, dunque. E per questo il presidente dell’Ordine ha chiesto un’audizione urgente a Toma e a tutti gli assessori. “Gli ingegneri di Isernia in rappresentanza dell’intero modo delle professioni tecniche – sottolinea ancora il consigliere – chiedono una rapida soluzione. In un periodo di crisi generalizzato del settore edile, come questo che stiamo vivendo, la situazione sta arrecando non pochi ulteriori problemi e disagi ai professionisti. Auspichiamo, al contempo, in un costruttivo confronto sulla questione magari organizzando un ‘tavolo tecnico’ dove portare a conoscenza della politica la propria esperienza di ‘utente tecnico’, anche per poter dare risposte certe ai colleghi che stanno subendo inermi il menefreghismo delle istituzioni”.

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