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Consiglio regionale come un’osteria: Toma maledice Greco e poi si scusa, in privato

Capitolo chiuso, con signorilità ed educazione. Andrea Greco si rimette in pista sui temi da discutere, quindi ragiona dell’emendamento che, a suo dire, può segnare il punto di svolta nella gestione delle Montane. “Chiuderle e fare dietrofront su quello che è percepito come un poltronificio darebbe più lustro alla maggioranza che all’opposizione” dice e lancia la sua proposta, che naturalmente, è destinata a restare lettera morta. “Abbiamo tanti emendamenti, ne facciamo uno solo e lo firmate voi per primi: chiudere entro il 31 dicembre 2019, trasferire le attività residue in capo ad un ufficio stralcio e nel mentre, in fase transitoria, un commissario unico al costo di un commissario . Se proprio si vuole, si incarica un funzionario regionale come fatto in passato. Fatelo voi – rilancia Greco all’indirizzo della maggioranza – da cittadino più che da consigliere, non voglio più vedere questo nominificio utile solo a se stesso che ormai è diventato uno status politico.

Fuori di qui, questa vicenda è sentita più di quello che è successo due ore fa” rincara la dose. Il presidente Toma non raccoglie né l’invito a chiarire quanto accaduto in aula né tantomeno ad convergere sull’emendamento proposto. Anche Micaela Fanelli e Vittorio Nola ci riprovano, nel tentativo di aprire una breccia nella maggioranza. Che resta granitica, intenzionata com’è a lasciare le cose invariate (e ad aumentare i costi): emendamento bocciato.

Il consigliere Facciolla, poi, sulla votazione dell’articolo 9 della legge di Stabilità che proroga di un altro esercizio la vita delle Montane, deve per forza sottolineare che non si può fare diversamente. “I beni, i crediti e i debiti non possono passare ad un nuovo soggetto giuridico, per questo esistono le gestioni delle liquidazioni altrimenti ci sarebbe frode ai danni dei creditori. Siamo tutti obbligati ad approvare l’articolo 9 così come è perché ci sarebbe una evidente ‘colpa in vigilando’, Per questo votiamo sì”. Greco, che a questo punto ha superato la fase di annichilimento, punta al massimo possibile. “La prima parte del dispositivo non ci piace (la proroga dell’esercizio), avevamo chiesto un intervento nel luglio scorso, dando il tempo di compiere queste operazioni. Al terzo comma fa una cosa che abbiamo chiesto noi in Consiglio, in Commissione insieme al Pd, che abbiamo messo per iscritto in una interrogazione: noi vogliamo sapere quali sono le attività liquidatorie dal 2011 ad oggi, a chi sono state alienate le proprietà, quali procedure, in tempi , modi e importi. Che cosa hanno fatto nell’ultimo anno i commissari liquidatori, le disposizioni liquidatorie. Il comma 3 per noi è una piccola grande conquista. Sollecito quindi la trasmissione della risposta alla nostra interrogazione perché vogliamo sapere il report delle attività delle Montane. Voteremo a favore di questo articolo”.

Il Consiglio regionale è sospeso intorno alle 20 per una riunione dei capigruppo e poi per un summit di maggioranza legato forse alle astensioni (sull’emendamento 5 Stelle sui trasporti) di Aida Romagnuolo e Michele Iorio. La votazione per appello nominale è stata chiesta proprio dai pentastellati, naturalmente l’emendamento viene bocciato. I lavori riprendono alle 21 circa: la battaglia delle opposizioni sugli emendamenti non è finita.

Lucia Sammartino

 

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