HomeSenza categoriaTermovalorizzatore aperto al pubblico a Pozzilli. Herambiente: impatto nullo sulla zona

Termovalorizzatore aperto al pubblico a Pozzilli. Herambiente: impatto nullo sulla zona

In occasione della Giornata mondiale per l’ambiente il responsabile dell’impianto, Tonino Lombardi, ha illustrato il ciclo dell’energia prodotta da rifiuti solidi urbani e speciali non pericolosi. GUARDA IL VIDEO


 di Pasquale Bartolomeo

POZZILLI. In occasione della Giornata mondiale per l’ambiente, termovalorizzatore aperto al pubblico, a Pozzilli. Herambiente, azienda leader nel settore del trattamento dei rifiuti con sede a Bologna, ha consentito a stampa, scolaresche e cittadini di conoscere da vicino, guidati dai tecnici della società, il processo di produzione di energia elettrica da rifiuti non recuperabili. In un termovalorizzatore, è bene dirlo dall’inizio, non ci si limita a incenerire i rifiuti disperdendo il calore sviluppato dalla combustione, ma lo si “valorizza” recuperando energia sotto forma di energia elettrica, che viene immessa nella rete di distribuzione nazionale. In provincia di Isernia, grazie a Herambiente, sono 3mila le famiglie che vengono alimentate a livello energetico grazie ai rifiuti bruciati a Pozzilli.

monitoraggioUn impianto di ultima generazione, quello dell’azienda emiliana, dotato di un sistema di monitoraggio continuo delle emissioni, dove tutti i principali parametri di quanto prodotto sono analizzati ogni 60 secondi, poi memorizzati e trasmessi agli enti di controllo e aggiornati ogni mezz’ora sul sito web di Herambiente, visibili dunque per chiunque nella massima trasparenza.

Come spiegato dall’ingegner Tonino Lombardi, responsabile del termovalorizzatore, Herambiente in regione dà lavoro a 25 persone, di cui una ventina molisani. Almeno una sessantina le aziende dell’indotto che hanno beneficiato della presenza dello stabilimento, che ha generato economia, dal 2013, per 3.3 milioni di euro.

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Il termovalorizzatore si estende su un’area di 10mila metri quadri dotata di un impianto fotovoltaico. Quasi 94mila le tonnellate annue di rifiuti inceneriti (pari a circa 280 tonnellate al giorno) di cui solo il 4 per cento costituito da ceneri leggere – considerate rifiuti pericolosi – che finiscono in discarica, contro un 14 per cento di ceneri pesanti non pericolose che, invece, possono essere recuperate per produrre cemento.

Il materiale che giunge nel termovalorizzatore del gruppo Herambiente risponde alla denominazione di Css (combustibile solido secondario), derivante dalla parte secca dell’indifferenziato non pericoloso e non riciclabile, e proviene non solo dal Molise, ma soprattutto da Lazio, Abruzzo e Puglia (visto che il Css può varcare i confini regionali e differenza del rifiuto tal quale).

combustioneIl processo di combustione avviene ad almeno 850 gradi, in modo da impedire la formazione di prodotti gassosi nocivi quali, ad esempio, le diossine. Per limitare l’inquinamento, inoltre, nel ciclo dell’impianto si utilizzano anche dei reagenti – il bicarbonato di sodio, l’urea granulare e il carbone attivo – che consentono di contenere le emissioni, tenute sotto controllo 24 ore su 24, fino all’80 per cento al di sotto dei limiti di legge. L’impianto gode, inoltre, di tutte le principali certificazioni nel campo della gestione ambientale, sicurezza e qualità, tra cui anche l’Emas, il massimo grado di certificazione ambientale europea.

Lombardi, per questo, lo dice senza tema di essere smentito: non c’è nessun indice che provi che Herambiente incida sulla qualità dell’ambiente. Di qui l’invito alle associazioni e ai comitati pro ambiente: recarsi a visitare l’impianto, per confrontarsi e farsi un’idea che non sia allarmistica in partenza, ma improntata a un confronto costruttivo.

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