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Campobasso, débacle centrodestra. Mazzuto non ci sta e accusa: lasciati soli, noi unici vincitori

Il coordinatore regionale della Lega non ha dubbi: rifacendosi alle dichiarazioni rese a caldo dal sindaco Roberto Gravina che ha pubblicamente ringraziato anche gli elettori di centrodestra, Mazzuto gira il coltello nella piaga di una sconfitta bruciante che non era propriamente nelle previsioni ma che è arrivata disegnando un quadro a tinte fosche, e non solo per la coalizione.

L’unico che rischia, nel prossimo ‘tagliando di Giunta’ già annunciato da Toma, è proprio lui: assessore esterno, senza consiglieri regionali di riferimento (Calenda e Aida Romagnuolo sono nel gruppo consiliare ma non nella Lega), sconfitto alle amministrative del capoluogo regionale con un candidato espressione del partito di Salvini. C’è da scommettere che più di qualcuno chiederà la sua testa. Sempre che non sia stato già fatto in queste ore.

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Mazzuto però rilancia, e mette all’angolo gli alleati che fino a quando c’era da eleggere i consiglieri hanno lavorato (anche se a scartamento ridotto) e poi, una volta portato a casa il risultato personale e di partito, se ne sono lavati le mani.

L’unico vero vincitore in questa competizione elettorale sono io, è la Lega che rappresento. La coalizione non ha rispettato gli accordi: a Termoli la macchina ha funzionato, abbiamo vinto ed eletto 4 consiglieri della Lega, senza contare che alle Europee siamo stati il primo partito in oltre 50 comuni su 136. Quando si lavora in un’unica direzione, con un solo obiettivo come successo per la città costiera, il risultato si raggiunge. A Campobasso, invece, per motivi che esporrò in seguito, la Lega ha condotto una campagna elettorale in solitaria a sostegno della candidata sindaco. Questo è un campanello d’allarme per il centrodestra regionale, ha spiegato Luigi Mazzuto che oggi potrebbe trovarsi davvero ad essere  l’unico a ‘pagare’ – politicamente si intende – il prezzo di una sconfitta bruciante.

In 15 giorni Gravina ha colmato il gap di consensi del primo turno e ha più che raddoppiato quelli del candidato di centrodestra che avrebbe dovuto essere sostenuto da tutti i candidati dello schieramento, eletti e non. I numeri non mentono. Almeno loro.

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