HomeSenza categoriaRimpasto di Giunta, Mazzuto 'blindato' da Patriciello: Iorio frenato

Rimpasto di Giunta, Mazzuto ‘blindato’ da Patriciello: Iorio frenato

In via Genova ancora non si smaltiscono i postumi della batosta che il centrodestra ha rimediato a Campobasso ma il governatore Toma aveva, in tempi non sospetti, annunciato che la verifica politica e programmatica dell’esecutivo sarebbe stata effettuata subito dopo le elezioni. L’assessore esterno della Lega indicato come quello più a rischio. Ma il quadro non è così semplice come appare, visti i delicati equilibri nel centrodestra tra gli alleati


di Lucia Sammartino

CAMPOBASSO. La sconfitta brucia ancora, ma da via Genova tutto tace. E nemmeno i recenti ‘inviti’ educati e cortesi che arrivano da Michele Iorio, autorevole consigliere regionale che non ha mai fatto mistero di ambire ad un ruolo più consono alle capacità e al rango istituzionale, sembrano scalfire il governatore Donato Toma.

Del resto, se solo si volesse ragionare di passato e presente, anche Michele Iorio incappò in una sconfitta cocente: quella rimediata a Isernia nel 2012, quando il candidato sindaco in corsa per il centrodestra era la sorella Rosetta. L’anatra zoppa decretò la fine del compianto sindaco di centrosinistra Ugo De Vivo ma nessuno, allora, mise in dubbio la politica regionale impersonata dall’allora governatore, che viaggiava in termini di consensi con percentuali di gradimento elevatissime.

Nessun capro espiatorio, questo il ‘mantra’ che arriva dai piani alti di Palazzo Vitale. Nessun assessore in discussione, sebbene lo stesso Toma, in tempi non sospetti, abbia indicato la data del tagliando di Giunta. Che, guarda caso, coincideva con il post voto. E lo stesso governatore aveva, in quella stessa occasione, ragionato anche dei numeri che sostengono gli attuali assessori. E in maggioranza, l’esterno Luigi Mazzuto, coordinatore regionale della Lega di cui ha vissuto gioie e dolori, non ha alcun consigliere di riferimento. Le due leghiste elette Calenda e Romagnuolo sono parte del gruppo consiliare, ma non fanno, invece, più parte del partito.

Tutte le strade del redde rationem (di cui non si parla ma che aleggia) quindi portano a Luigi Mazzuto, che mantiene un aplomb quasi inglese ed evita di scendere in polemica e persino di rispondere alle bordate, che soprattutto Aida Romagnuolo gli indirizza ormai a giorni alterni. Anzi, se il cronista curioso prova a porre qualche domanda in merito agli attacchi sperando di suscitare una reazione, lui sorride e mima il gesto della ‘bocca cucita’.

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Cosa raccontano i numeri, quelli del primo turno delle Comunali di Campobasso, visto che si ragiona di ‘peso specifico’ dei partiti e dei movimenti? I Popolari per l’Italia incassano il 15,12% dei consensi (4.254 preferenze): in Giunta hanno un solo assessore, Vincenzo Niro, e in Consiglio poggiano su Andrea Di Lucente (scrupoloso presidente della I Commissione) e Antonio Tedeschi, attivissimo sull’area di Isernia-Venafro. La Lega prende il 10,51% (2.959 voti) ma il sindaco in corsa per l’intera coalizione di centrodestra ne era espressione: in Regione è rappresentata dal solo assessore Mazzuto (visto che Calenda e Romagnuolo hanno fondato un movimento autonomo dal nome evocativo, ‘Prima il Molise’). Al terzo posto, per 144 voti di differenza (lo 0,51%), la lista espressione del presidente Toma, ‘È ora’, che incassa il 10% delle preferenze (2.815 voti). Al quarto posto Forza Italia, che prende 2.318 suffragi (8,24%) e in Regione conta sugli assessori Roberto Di Baggio e Nicola Cavaliere, mentre in maggioranza esprime Nico Romagnuolo e Armandino D’Egidio (presidente della Terza Commissione). Oltre allo stesso Toma, naturalmente. Ma non si può dimenticare la presenza dell’assessore Vincenzo Cotugno (cognato dell’eurodeputato Aldo Patriciello) che ricopre anche il ruolo di vicepresidente dell’esecutivo, candidato con la lista ‘Orgoglio Molise’, costola di Forza Italia. Fratelli d’Italia incassa il 5,24% (1.475 voti) e in Regione conta su Quintino Pallante, sottosegretario alla Giunta regionale, e sui consiglieri Michele Iorio e Massimiliano Scarabeo, che hanno aderito al patto siglato tra Giorgia Meloni e Raffaele Fitto.

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