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Fauna selvatica: la Coldiretti ne denuncia l’aumento incontrollato e attacca: colpa della politica poco attenta

La dura nota del direttore regionale Aniello Ascolese all’indomani dell’ultimo avvistamento di lupi in prossimità delle aziende agricole e dei centri abitati


CAMPOBASSO/ISERNIA. Dopo l’ultimo avvistamento, in ordine di tempo, di lupi in prossimità del comune di Acquaviva d’Isernia, la Coldiretti Molise torna a denunciare i danni e i pericoli per la pubblica incolumità derivanti dall’aumento incontrollato della fauna selvatica. E ‘bolla’ come pressoché inutili le misure della Regione, ad oggi in campo, per arginare il fenomeno.

“Mentre i lupi attaccano sempre più di frequente gli animali al pascolo, – afferma il direttore regionale Aniello Ascolese – i cinghiali scorrazzano indisturbati sui campi coltivati, lasciando dietro di loro interi raccolti distrutti. Parliamo di perdite economiche ingenti, di bestiame e/o colture, che spesso mettono in ginocchio intere aziende per le quali oltre al danno si aggiunge la beffa di non ottenere alcun risarcimento economico da parte della Regione che, sino ad oggi, non è stata in grado di emanare provvedimenti normativi efficaci per arginare il fenomeno.

Persistendo questa situazione – prosegue – continueremo ad assistere, gioco forza, alla sistematica chiusura di un numero sempre maggiore di aziende agricole e zootecniche, costrette ad accollarsi costi insostenibili per danni che non derivano da una cattiva gestione aziendale, né da eventi atmosferici calamitosi, bensì dall’immobilismo di una politica poco attenta verso le reali necessità delle aziende.

“Oltre a supportare la nascita di nuove realtà imprenditoriali, puntando sulle nostre tante eccellenze agroalimentari – sottolinea inoltre Ascolese – bisognerebbe adoperarsi concretamente per difendere quelle già esistenti, evitando che chiudano per i problemi sopra descritti. Una delle nostre proposta è che si dia agli agricoltori, muniti di regolare licenza di caccia, la possibilità di sparare ai cinghiali, sul proprio fondo, durante tutto l’anno (oggi, invece, come stabilito dal Calendario Venatorio approvato dalla Giunta Regionale, la caccia al cinghiale è consentita solo dal 16 ottobre al 15 gennaio, ndr). Lo abbiamo più volte ribadito e lo faremo ancora – conclude Ascolese – le aziende non voglio sussidi o contributi in denaro, chiedono solo di poter lavorare serenamente per produrre reddito, creare nuova occupazione, e produrre cibo per l’intera collettività”.

 

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