HomeOcchi PuntatiCinture di sicurezza posteriori: oltre la metà degli italiani non le allaccia

Cinture di sicurezza posteriori: oltre la metà degli italiani non le allaccia

Il 55,9% degli italiani non allaccia le cinture di sicurezza posteriori. Soprattutto al Sud e nelle isole. Meglio gli uomini delle donne. E meglio i giovani degli adulti


di Domenico Carola per Il Sole 24 Ore

Gli italiani sono indisciplinati. Almeno, questo emerge da una recente indagine sull’uso delle cinture di sicurezza Lo studio ha evidenziato che gli italiani non rispettano le norme sulla sicurezza in auto soprattutto quando sono seduti sui sedili posteriori. Eppure l’uso delle cinture di sicurezza è obbligatorio per tutti gli occupanti del mezzo da 30 anni. A sancirlo è l’articolo 172 del codice della strada. In Italia più di un italiano su due trasgredisce la norma. Precisamente il 55,9%, quando è seduto sui sedili posteriori dell’auto: un dato davvero allarmante. E non è la prima volta che viene rilevato.

Le cinture solo per chi siede davanti

Gli automobilisti sono invece molto disciplinati quando si trovano alla guida o sono seduti sul sedile anteriore. Secondo i risultati dell’indagine, quando si è alla guida, a livello nazionale la percentuale di chi usa la cintura è il 97,1%. I numeri variano a seconda delle zone geografiche. Al Sud e nelle Isole la percentuale scende al 95,4%. L’area più diligente risulta essere invece quella del Nord Est, dove i numeri salgono fino al 98,3%. Le cifre rimangono sostanzialmente invariate anche quando ad essere sotto osservazione è il passeggero. A dichiarare di fare uso della cintura è il 96,5% del campione interpellato per l’indagine.

I più virtuosi al nord est

I numeri cambiano radicalmente quando ad essere preso in considerazione è il divano posteriore dell’abitacolo. Il fanalino di coda del territorio nazionale continua a essere rappresentato dalle regioni meridionali e insulari. Lì, circa i due terzi della popolazione dichiara di non fare uso delle cinture posteriori. I dati non migliorano molto nemmeno nelle altre zone dello Stivale. I più virtuosi, o forse i meno negligenti, sono ancora una volta gli abitanti del Nord Est. Ben sei persone su dieci asseriscono di usare regolarmente il dispositivo di sicurezza. La percentuale si inverte rispetto al resto dell’Italia, ma purtroppo è ancora lontana da quelli che sono i numeri di chi occupa la parte anteriore dell’abitacolo. È probabile però che tale differenza sia dovuta alla mancanza di informazione circa l’obbligatorietà dell’uso della cintura.

Largo ai giovani

Stupisce un dato inerente l’età. Di solito, quando si parla di giovani al volante si tende a parlare di una categoria che commette più infrazioni e che è più soggetta a rischio incidenti. Però, quando si parla di cinture posteriori, i giovani dimostrano una maggior conoscenza delle regole. Tra i 18 e i 24 anni, infatti, la percentuale di chi allaccia le cinture posteriori è dei 49,5%. Scende al 42,6 nella fascia 35-50 anni. Stupisce anche il dato inerente il sesso. Se tra gli uomini ad allacciarsi le cinture sono il 46,4% degli intervistati, tra le donne non si va oltre il 41,9%.

Mancanza di conoscenza
Il sondaggio è stato proposto anche per comprendere se gli italiani sono a conoscenza della norma che impone l’uso delle cinture di sicurezza posteriori. Ciò che sorprende è che più di un italiano su quattro ritiene che l’uso delle cinture posteriori non sia obbligatorio e il 28,8% dichiara di non sapere se lo sia. Invece lo è anche ad auto ferma. Comparando questi dati con quelli relativi all’uso delle cinture posteriori emerge che all’atto pratico solo 4 su 10 le allacciano e ancor più grave è che una persona su cinque non le ritiene utili. Per giusta informazione la norma recita che il mancato uso delle cinture è soggetto a sanzione amministrativa pecuniaria che va dagli 81 ai 326 euro. E poi c’è un problema di assicurazione, che in caso di incidente potrebbe rivalersi proprio per la mancanza dell’uso corretto delle cinture da parte di tutti gli occupanti.

 

*responsabile dell’Osservatorio del Codice della Strada, settore de ‘Il Quotidiano del diritto on line’ de ‘Il Sole 24 Ore’

 

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