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Pazienti oncologici, cure fuori dagli ospedali: l’appello alle Regioni per ridurre il rischio coronavirus

La richiesta delle associazioni Periplo, Cittadinanzattiva e Fmp per garantire più sicurezza agli utenti e decongestionare ambulatori e Day Hospital


CAMPOBASSO. Cure per i pazienti oncologici fuori dagli ospedali: è questo, in sostanza, l’appello che le associazioni Periplo (che rappresenta le reti oncologiche italiane), Cittadinanzattiva e Fmp (Fondazione per la medicina personalizzata) inoltrano alle Regioni italiane e al Governo quale misura per garantire la continuità terapeutica ad una categoria di pazienti particolarmente vulnerabili in regime di maggiore sicurezza.

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In una lettera aperta le tre organizzazioni chiedono in primo luogo di “garantire, sotto responsabilità del medico, la somministrazione di farmaci per pazienti oncologici al di fuori degli ospedali, riservati al trattamento per acuti, utilizzando le diramazioni territoriali delle ASL/ASST o il domicilio del paziente”.
Inoltre, auspicano la somministrazione di cure più facilmente gestibili rispetto alle infusioni, l’allestimento di spazi esterni agli ospedali per l’attività di triage, il maggiore ricorso alle terapie orali, e l’adozione, quanto più possibile, delle modalità di confronto e comunicazione telefoniche o digitali per i controlli periodici e i consulti medici.

I provvedimenti richiesti, si precisa nella lettera, “garantiscono ai pazienti oncologici la continuità terapeutica in regime di maggiore sicurezza, contribuiscono a decongestionare gli ambulatori e i Day Hospital ospedalieri da pazienti oncologici, già molto compromessi dal punto di vista sanitario, e riducono il rischio di contagio da coronavirus. Permettono inoltre di destinare le risorse umane normalmente impiegate nei Day Hospital e negli ambulatori alla gestione dell’emergenza sanitaria”.

“Questi provvedimenti – specificano Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva, Pierfranco Conte, Presidente di Periplo, e Paolo Marchetti Presidente di Fondazione per la medicina personalizzata – alcuni dei quali già applicati in alcune realtà locali, possono inoltre rappresentare modelli di assistenza e cura innovativi in grado di contribuire al superamento della fase emergenziale e, in generale, al miglioramento della qualità della vita dei nostri pazienti oncologici e della sostenibilità del nostro SSN”.

 

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