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Degrado post movida a Isernia, Federimprese Molise interviene sulla paventata chiusura dei locali alle 21: “Una vera follia”

Il problema si sta evidenziando con forza soprattutto in fasce specifiche di età: “E’ evidente che le problematiche arrivino da una fascia specifica di età che è quella adolescenziale e appena post-adolescenziale – dice Di Franco – in effetti si vedono spesso per la città gruppi di adolescenti assembrati e senza mascherine, ma questo è un problema educativo che viene da lontano e che risiede nelle famiglie. Scaricarlo su altri lavoratori utilizzando questi comportamenti come l’ennesimo capro espiatorio dopo i runner, i proprietari dei cani e i genitori con bambini sotto casa è solo l’ultimo passo di una questione che vede le grosse responsabilità di errori commessi dai vertici politici nella gestione dell’epidemia che devono trovare una giustificazione in altro”.
La situazione dei rapporti tra partite Iva, istituzioni e consumatori si sta facendo sempre più calda, nonostante i numeri del contagio siano in continuo miglioramento dal 4 maggio ad oggi, data dalla quale si ipotizzava invece una ricrescita dell’epidemia: “Posso dire solo una cosa – prosegue il presidente di Federimpreseitalia Molise – o ci rendiamo conto che la vita deve tornare lentamente alla normalità nel rispetto delle regole fissate in questo momento, o i problemi saranno di altro genere ben diverso da quello sanitario. I contrasti sociali si stanno sempre più acuendo. I cittadini ormai sono uno contro l’altro. Quindi o la politica affronta i problemi con serietà e assumendosi le proprie responsabilità, cercando soluzioni idonee e non la strada più facile per scaricarsi delle responsabilità, o si andrà verso il disastro totale. Quindi se c’è un problema va affrontato condividendolo e trovando soluzioni razionali e che tengano conto di tutti gli aspetti. Se poi tutti cercano il quarto d’ora di notorietà, come sta accadendo a tutti i livelli da tre mesi ad oggi, saremo ben lontani dal ritorno ad una normalità. Le partite Iva pagano per sé ma pagano anche stipendi e pensioni pubbliche. Una volta che non riusciranno più perché dovranno chiudere definitivamente i battenti, crollerà tutto il sistema. Prima chi di dovere se ne rende conto – conclude Di Franco – prima si arriverà ad una soluzione condivisa e valida per tutti”.

 

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