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Molise Cinema omaggia Pierfrancesco Favino: “Il successo non è tutto. Ai miei figli insegno il valore della semplicità”

E’ stato l’ospite d’eccezione dell’edizione post-Covid del Festival che gli ha dedicato il libro intitolato “Il Collezionista di anime”. Per l’attore romano è un anno d’oro: prima il David di Donatello 2020, poi il premio “Volontè” come miglior interprete del cinema italiano. Ma lui resta con i piedi saldi a terra e annuncia: “Il successo non mi ha cambiato”


CASACALENDA. Se qualcuno pensava a un’edizione sottotono del Molise Cinema Film Festival a causa della pandemia si è sbagliato di grosso. Ancora una volta il direttore artistico Federico Pommier Vincelli è riuscito a stupire tutti e a portare a Casacalenda un ospite di assoluto rilievo. Quest’anno e’ toccato a Pierfrancesco Favino, il celebre attore romano reduce dall’incetta di riconoscimenti per le magistrali interpretazioni di cui si è reso protagonista: da David di Donatello al premio ispirato al grande “Gianmaria Volontè”. Molise Cinema gli ha dedicato il libro “Il Collezionista d’anime”, curato da Fabio Ferzetti e lo stesso Federico Pommier Vincelli. Un titolo che rappresenta appieno la straordinaria capacità di Favino di interpretare personaggi che nel ben e nel male hanno fatto la storia: dal boss di Cosa Nostra Tommaso Buscetta a Bettino Craxi nel film Hammamet, diretto dal regista Gianni Amelio e che racconta gli ultimi sei mesi di vita dello statista e leader del Partito Socialista Italiano, uscito nelle sale cinematrografiche nel ventennale della sua morte. Un film che per Favino è stata l’ennesima scommessa vinta con la critica, e su cui lui stesso nel corso dell’intervista serale si è soffermato. 

La pioggia caduta copiosa sul borgo proprio nel momento clou ha modificato in extremis la programmazione dell’incontro, iniziato nell’Arena e terminato al chiuso del cinema Kalena. Favino ha colpito il pubblico accorso con la sua umiltà, spaziando dal racconto della sua impegnativa esperienza nelle riprese del film Hammamet, ai racconti della sua vita. “Il successo – ha detto – non mi ha cambiato. Voglio che i miei figli capiscano che nella vita occorre il sacrificio, a prescindere dal cognome che porti. Stare sul piedistallo non mi appartiene, così come il sentirmi appagato – ha aggiunto -. Se mi limitassi e questo sarei già finito”. Tra i presenti in sala anche il governatore Donato Toma, che al termine dell’intervista è salito sul palco per consegnare a Favino la targa del Molise Cinema Film Festival.

Dav. Vit.

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