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Migranti in fuga dai centri di accoglienza del Molise: a Campomarino ne mancano 60

Tra loro non ci sono i tunisini positivi al Coronavirus, che restano sotto sorveglianza. Restano le polemiche per una struttura priva di alcuni requisiti, come ha specificato il sindaco Pierdonato Silvestri, mentre la Lega alimenta la contestazione


CAMPOBASSO. Migranti in fuga dai centri di accoglienza del Molise, dallo ‘Sweet dreams’ di Campomarino Lido ne mancano quasi 60, degli 83 arrivati la scorsa settimana su disposizione del Ministero dell’Interno, dopo lo sbarco a Lampedusa. Una ventina quelli spariti più di recente.

Tra loro non ci sono i tunisini risultati positivi al tampone del Coronavirus, che in attesa della ricostruzione della catena dei contatti restano sotto sorveglianza. Nella giornata di ieri sono stati sottoposti a tampone una dipendente comunale che si era recata al centro di accoglienza – anche i locali del Municipio sono stati sanificati – e gli agenti che si sono occupati della sorveglianza

Ad oggi allo ‘Sweet dreams’ ci sono meno di 30 migranti, in buona parte tunisini. Saranno rimpatriati non appena l’Asrem darà il via libera.

Restano le polemiche per la scelta del centro di accoglienza. “La struttura è priva di certificato antincendio e di altri requisiti igienico-sanitari, obbligatori per legge – ha dichiarato Pierdonato Silvestri all’Ansa – Ho sollecitato la Prefettura di Campobasso, i Vigili del Fuoco e l’Asrem ad adempiere le prescrizioni richieste dal Tar Molise, che non ci ha concesso la sospensiva, ma ha fissato l’udienza di merito per il 23 settembre”.

Ad alimentare la contestazione la Lega. “Abbiamo notizia che i nuovi positivi non siano stati isolati, ma siano liberi di mischiarsi al resto degli ospiti durante il giorno e di scappare”, ha dichiarato l’europarlamentare del Carroccio Massimo Casanova, che ha espresso solidarietà agli agenti di polizia.

Duro anche l’assessore regionale leghista Michele Marone. “Campomarino è meta turistica – le sue parole – e questo focolaio rischia di mettere in allarme un intero settore. Porterò la questione in Giunta regionale, per vedere quali margini di manovra abbiamo. Purtroppo pochi, se non nulli”.

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