HomeNotizieCRONACA“Io, analfabeta? No, grazie”, giornata ‘Braille’ a Isernia

“Io, analfabeta? No, grazie”, giornata ‘Braille’ a Isernia

Iniziativa dell’Associazione Disabili Visivi onlus con l’ufficio nazionale per la scuola, l’istruzione e la formazione.


Tutto pronto nella sede del Centro Territoriale di Supporto di Isernia, presso la scuola San Giovanni Bosco, dove domani 25 febbraio, dalle 10, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico regionale del Molise e la partecipazione dei Centri territoriali di supporto di Campobasso e Isernia, si svolgerà la Giornata dedicata al codice di letto-scrittura.

Per l’occasione sarà allestita dall’Usr la piattaforma su Google Meet, al fine di consentire ad altre realtà scolastiche di poter seguire l’evento che quest’anno ha per tema, a partire dalla segnografia Braille, l’analfabetismo al quale rischiano di andare incontro gli alunni e gli studenti non vedenti e ipovedenti, privi di quegli strumenti educativi tecnologici utili a consentire loro di poter perseguire il proprio successo formativo e dunque di istruzione ed educazione cui tutti gli alunni e studenti hanno diritto.

All’evento parteciperanno gli studenti del primo corso istituito in Italia, Molise, di operatore tiflologico, figura riconosciuta dalla Regione con decreto il 10 settembre 2018.

Interverranno la referente dell’Ufficio scolastico profesoressa Raffaella Petti; la professoressa Daniela Cavaliere del Cts di Campobasso, la professoressa Angela Diburra, quale responsabile del Cts di Isernia e docente presso il San Giovanni Bosco e il professor Marco Condidorio quale responsabile dell’ufficio nazionale per la scuola, l’istruzione e la formazione dell’Associazione Nazionale Disabili Visivi onlus (Adv).

La giornata è stata fortemente voluta dalle associazioni storiche nei primi anni duemila, così il 3 agosto del 2007 il Parlamento italiano licenziava la legge 2126 con la quale istituiva la giornata nazionale, giunta quest’anno alla sua quattordicesima edizione.

Per combattere la cecità è indispensabile far conoscere cosa significhi viverla sulla propria pelle; cosa vuol dire sentirsi in una realtà per sole persone vedenti.

E così, ogni anno, il ventuno di febbraio, viene celebrato il genio straordinario di Louis Braille, inventore della segnografia che da lui ha preso il nome: il Braille.

“Occasione, questa offerta dalla legge 126 del 2007, assolutamente imperdibile per sensibilizzare il mondo della scuola, ogni protagonista, attore dell’integrazione e dell’inclusione dei nostri bambini, alunni e studenti in situazione di disabilità visiva” spiega il prof. Condidorio – La voce di chi non ha il dono della vista, non rappresenta la nota stonata tra quelle di tutti i bambini e gli alunni e studenti della scuola italiana; solo è una voce che assomiglia più ad un bisbiglio, e noi vorremmo aiutare questo fil di voce a diventare una sinfonia, che chiunque può ascoltare e apprezzare. Perché? Perché ha tanto da raccontare e da condividere con tutti i bimbi e gli alunni della scuola primaria, ma anche della secondaria di primo e secondo grado. Sì, perché gli studenti sono persone in cammino verso l’autonomia di pensiero e azione, proprio come i loro compagni non vedenti o ipovedenti, che però non hanno le loro medesime opportunità educative o pari opportunità tecnologiche.

“Parlarne e scriverne fa bene non solo al cuore e all’animo, ma al futuro del nostro paese, che ha bisogno di chiunque, anche di chi non ha il dono della vista, ma può ugualmente, alla pari dei compagni, essere utile attraverso proprie potenzialità e competenze, basta dare loro gli strumenti educativi e tecnologici utili a consentire un percorso di istruzione ed educazione privo di discriminazioni umane ed educative, oltre che tecnologiche.

“Il sentiero verso la realizzazione di una integrazione umana, sociale culturale e professionale per tutte le persone in situazione di cecità assoluta o parziale – prosegue Condidorio – è lungo e ancora ricco di ostacoli.

“Pensiamo possano essere iniziative come questa, che tengono conto del valore dell’istruzione, dell’educazione e dunque della nostra scuola, a rappresentare l’occasione, l’opportunità di segnare positivamente i futuri cittadini, insegnando loro il valore umano e sociale delle abilità, ognuno ha proprie potenzialità e – conclude – tutti assieme si può costruire la società migliore, quella inclusiva”.

 

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