La pandemia ha acuito le enormi difficoltà già esistenti e accentuato il trend dello spopolamento in atto da tempo. Da qui al 2040 il Molise è destinato a sparire come entità istituzionale autonoma mentre la classe politica appare del tutto indifferente al fenomeno e priva di soluzioni utili a rilanciare investimenti e occupazione
CAMPOBASSO. Una regione costituita in gran parte da paesi fantasma: è questo il triste orizzonte che si intravede da qui ai prossimi 20 anni in Molise, dove il processo di desertificazione sociale ed economica prosegue inarrestabile.
A certificarlo è l’Istat, secondo cui nel corso dell’ultimo anno il Molise è sceso sotto la soglia psicologica dei 300mila residenti: per l’esattezza il numero ufficiale al 31 dicembre 2020 è di 296.547 residenti, con un calo di circa 4mila unità rispetto allo stesso periodo del 2019.
Un trend di spopolamento addirittura in crescita rispetto al passato ed è l’effetto certamente della crisi pandemica in atto, che ha accentuato le difficoltà economiche esistenti in regione, ma soprattutto dell’immobilismo della classe politica regionale, incapace di affrontare un fenomeno depressivo che nel giro di venti anni porterà alla perdita dell’autonomia regionale, logica conseguenza dell’inconsistenza dei numeri demografici a fronte del costo mastodontico di un apparato burocratico locale inefficiente e improduttivo.
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