Nè dalla Regione, nè dai vertici Asrem e tanto meno dalle forze politiche di maggioranza e minoranza si è alzata ancora una voce, come se il destino di una delle ultime eccellenze rimaste nella sanità molisana non fosse argomento degno di attenzione
LARINO. Il rischio che a partire dal 1 luglio possa essere sospesa l’attività della Camera Iperbarica attiva al Vietri, unica nel centro-Sud Italia, sembra non interessare minimamente le forze politiche di maggioranza e minoranza in Consiglio regionale.
Tutti coloro che per un anno a parole si sono battuti per attivare il Covid Hospital regionale nel presidio sanitaria frentano, il cui progetto è tramontato miseramente sui tavoli romani, oggi non si pronunciano sul rischio concreto di chiusura del Centro di ossigenoterapia del Molise, per effetto dell’imminente pensionamento del responsabile medico in servizio in quella che è una struttura fondamentale, che richiama pazienti da molte regioni italiane. Il dirigente medico Maria Pina Lallo, che opera nel Centro con tre infermieri e un ausiliario, lascerà il suo posto a fine giugno e ad oggi non è ancora dato sapere chi la sostituirà.
Ma il fatto che su una vicenda come questa la classe politica regionale non spenda una parola non stupisce poi così tanto, se si considera la situazione drammatica in cui versa il sistema sanitario pubblico in preda a frequenti provvedimenti di sospensione di attività di routine. Né meraviglia il silenzio altrettanto assordante delle autorità sanitarie che non hanno ancora adottato alcun provvedimento per assicurare la continuità del servizio garantito dal Centro Iperbarico realizzato nelle vicinanze della Casa della Salute di Larino.
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