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Aggressione in via De Attellis, Capone ammonisce Tiberio: “Chi ha responsabilità istituzionali non cada in provocazioni”

L’esponente dem commenta l’episodio di violenza che ha visto coinvolti il governatore Toma e il suo consulente


CAMPOBASSO/ISERNIA. Ancora una voce si alza per commentare l’aggressione al governatore del Molise Donato Toma e a suo consulente Maurizio Tiberio, consumatasi il 14 maggio scorso in via De Attellis a Campobasso, a seguito della quale il collaboratore del presidente ha riportato la frattura del setto nasale.

A parlare è l’esponente del Partito Democratico pentro, Franco Capone, che punta il dito proprio contro Tiberio, evidenziando come i soggetti con responsabilità istituzionali – a suo avviso – non debbano cadere nelle provocazioni, magari tentando di “farsi giustizia da soli”. E dà una lettura ‘alternativa’ della vicenda.

“L’episodio (gravissimo) è riportato da tutte le testate giornalistiche con grande evidenza – commenta il politico dem – Numerosi esponenti politici di ogni forza politica hanno espresso la loro solidarietà a Toma e Tiberio. Ma che cosa è successo, realmente?
Da quello che riferiscono i giornali si individuano le seguenti fasi:
1) I due uomini politici stanno pranzando;
2) passano due giovani e, almeno, uno di essi pronuncia frasi nei loro confronti, giudicate offensive dai destinatari;
3) I due giovani si allontanano
4) Tiberio li segue. Uno dei giovani (quello che ha inveito contro Toma) scappa via.
5) Tiberio raggiunge e si avvicina all’altro giovane.
Commento:
Aggredire deriva dal latino ed è composta da
– ad (verso)
– gradior, gradi verbo che significa camminare (gradino ha la stessa radice).
In sostanza, aggredire significa ‘andare verso’, ‘camminare verso’ e, in qualche modo, ‘assalire’.
Nell’episodio incriminato, però, i giovani avrebbero ‘aggredito’ verbalmente i politici e sarebbero stati (in)seguiti da Tiberio. Cioè è stato Tiberio che ha “camminato verso” di loro.
Perché?
Con quali intenzioni si è messo ad inseguire i due giovani e perché Toma non lo ha fermato? Non ha pensato che il confronto con i due potesse degenerare in rissa?
In conclusione, – chiosa Capone – se è riprovevole che i cittadini eccedano nelle critiche verbali (se volete, aggressioni verbali), è doveroso che chi ha responsabilità istituzionali sia prudente e non cada nelle provocazioni, reagendo in modo inconsulto, magari con l’intento di farsi giustizia da soli”.

 

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