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Quando le donne partorivano 5 volte l’anno: il paradosso delle vittime del 10 settembre ’43

La riflessione di Mauro Gioielli, giornalista, demologo e scrittore, dopo la consultazione dei pochi documenti ufficiali esistenti


di Mauro Gioielli

ISERNIA. Quattromila vittime del bombardamento americano del ’43 sono un evidente falso storico. Non ha dubbi Mauro Gioielli, demologo, giornalista e scrittore, che dalla propria pagina Facebook, citando documenti ufficiali (i pochi a disposizione dell’intera comunità) spiega come se ci fossero realmente stati 4mila morti, il successivo censimento post bellico, con i numeri rilevati a Isernia, avrebbe significato che ogni donna avrebbe dovuto partorire 4 o 5 figli l’anno: un evidente paradosso.

“Continuo a leggere un po’ dappertutto, sui social e sulla stampa, quello che ormai – vista la pervicace testardaggine e la volontaria cecità di alcuni – sta col tempo diventando ‘il più grande falso storico di Isernia’ – esordisce Gioielli – ossia i quattromila morti che, secondo una più che avventata fantasia, sarebbero le vittime dei bombardamenti del 1943. Già da qualche lustro si è dimostrato come tale numero sia del tutto inverosimile e molto lontano dalla realtà. La pubblicazione d’un apposito censimento condotto dall’Archivio di Stato e la stampa di aggiornati libri di storia, infatti, hanno quantificato le vittime isernine in circa 500-600 o poco più”.

“Lo scorso anno – ricorda Gioielli – attraverso gli organi di informazione, ho personalmente reso noto quello che al momento è l’unico documento istituzionale che attesta il ‘numero ufficiale’ dei deceduti. Si tratta della pagina d’un Registro della Prefettura (Provincia di Campobasso) redatto nel 1945-46. Il Registro riporta, per ogni singolo Comune molisano, il numero dei morti. Nel rigo corrispondente a Isernia, la cifra trascritta è 638. Trasformare quel 638 in 4.000 appare impresa impossibile anche per il contabile più geniale e manipolatore”.

“Tuttavia, pure a voler ignorare il menzionato documento, val bene qui riproporre un ragionamento deduttivo che, in più occasioni, ho avuto modo di esternare. È una riflessione tanto semplice da sembrare quasi banale – sottolinea Gioielli – ma certamente efficace e illuminante giacché si fonda su dati demografici incontrovertibili. All’epoca del bombardamento, Isernia contava 10.431 abitanti. Se 4mila di costoro avessero perso la vita, ne sarebbero rimasti circa 6.500, anzi un po’ di meno. Dai dati del censimento della popolazione successivo alla guerra, che si effettuò nel 1951, sappiamo che, 8 anni dopo i bombardamenti, la nostra città aveva 11.133 residenti”.

“Ciò significa che, ove le vittime in questione fossero state davvero quattromila, Isernia avrebbe registrato un aumento della popolazione di ben 4.732 unità, con una crescita del 42,5%. Un tale incremento demografico – conclude – sarebbe stato ipotizzabile solo se, dal 1943 al 1951, ogni singola isernina in età fertile avesse deciso di partorire 4 o 5 volte all’anno”.

 

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