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Autovelox e nuove regole, ancora un nulla di fatto: in aumento le multe annullate

In mancanza di norme sull’utilizzo dei dispositivi, le amministrazioni continuano a sanzionare, ma grazie ad alcuni ricorsi cominciano a essere pronunciate sentenze che specificano i casi di irregolarità


ROMA. Ancora un nulla di fatto per la regolamentazione degli autovelox, che in Italia sono 8mila, il numero più alto in Europa. L’ennesima fumata nera si è registrata, come riporta ‘Il Corriere della Sera’ in  Commissione Trasporti.

Il 13 aprile viceministro delle Infrastrutture, Alessandro Morelli, rispondendo a un question time presentato dal presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti Simone Baldelli, ha dichiarato che “la Direzione generale per la sicurezza stradale del Mims, congiuntamente ai competenti uffici del ministero dell’Interno, sta proseguendo nell’attività di finalizzazione della bozza di decreto in parola, che sarà auspicabilmente esaminata dalla Conferenza Stato-città e autonomie locali entro il prossimo mese di giugno”.

In particolare, gli uffici stanno provvedendo all’adeguamento del predetto schema di decreto in funzione del quadro di riferimento normativo primario e delle recenti sentenze in materia di rilevamento della velocità.

Il fatto è che, in mancanza di norme sull’utilizzo, le amministrazioni continuano a multare, ma grazie ad alcuni ricorsi cominciano a essere pronunciate sentenze che specificano i casi di irregolarità in virtù dei quali sono annullate le multe.

Diversi i casi in cui con gli autovelox sono irregolari e quindi si può chiedere l’annullamento della multa.

Un primo caso riguarda quelli ‘invisibili’. La Cassazione, con l’ordinanza 29595 dell’ottobre 2021, ha stabilito che l’obbligo di presegnalare e rendere visibili i controlli di velocità vale anche per gli autovelox installati sui veicoli in movimento. La pronuncia boccia le interpretazioni secondo cui l’obbligo varrebbe solo per i controlli eseguiti con apparecchi fissi sia che siano automatici sia in presenza di agenti. Alcuni Comuni e Province utilizzano gli Scout Speed perché ritengono non siano soggetti ai vincoli di “trasparenza” imposti ai rilevatori fissi da agosto 2007 (articolo 142, comma 6-bis del Codice della strada).

Gli autovelox devono essere ‘revisionati’ come le auto. Lo prevede la sentenza della Corte Costituzionale numero 113 del 18 giugno 2015: le apparecchiature devono essere obbligatoriamente sottoposte a verifiche di funzionalità e taratura. La verifica va fatta sia inizialmente sul prototipo sia periodicamente, con cadenza ‘in genere annuale’, si legge nella disposizione che il ministero dell’Interno ha inviato a tutti i comandi di polizia il 26 giugno 2015.

Inoltre, per quanto riguarda gli autovelox in città, gli apparecchi devono essere installati su ‘strada urbana a scorrimento’ che ha le caratteristiche stabilite dal Codice della Strada. Lo hanno stabilito – come riporta il portale di informazione giuridica Studio Cataldi – sia un Giudice di Pace di Milano sia il tribunale di Firenze. Il giudice milanese nella sentenza n. 621/2021 richiama l’art. 2 del Codice della Strada, sulla classificazione delle strade e l’art. 4 del D.L. n. 121/2002 che fornisce chiarimenti sulle strade in cui è possibile utilizzare o installare dispositivi o mezzi tecnici di controllo del traffico finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni alle norme di comportamento. Nella fattispecie mancava la banchina pavimentata a destra, il marciapiede e le aree di sosta. Il Tribunale di Firenze, II sezione civile, nella sentenza n. 1518/2018 ha ritenuto illegittimo il provvedimento prefettizio di installazione di un autovelox su una strada priva di un elemento strutturale essenziale (la banchina).
“Ma la questione non è tanto (o soltanto) – ricorda il Corriere – l’irregolarità tecnica degli autovelox, quanto l’assenza del decreto che ne disciplina l’installazione e il corretto utilizzo”

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