Donato D'Ambrosio

Il coordinatore di Italia Viva D’Ambrosio. “Non metteremo veti, perché saranno gli elettori a farlo bocciando una classe politica che ha fallito”


di Giuliano Vacca

CAMPOBASSO/ISERNIA. In tema di elezioni regionali, è ricorrente tra gli addetti ai lavori l’interrogativo sul Terzo Polo. Ci si chiede cosa farà: andrà con il centrodestra, con il centrosinistra oppure starà a centro? E soprattutto riceverà veti o li imporrà? Queste domande, però, ironia della sorte, sembrerebbero non interessare Donato D’Ambrosio, il leader molisano del partito di Matteo Renzi. Raggiunto telefonicamente, il giovane coordinatore ha lanciato l’idea di una scommessa con i cittadini.

“Non siamo noi a dover mettere i veti, devono farlo legittimamente i cittadini – spiega D’Ambrosio – Devono capire che in politica non ci sono soltanto i ‘soliti noti’ ma che esistono alternative. Con la loro preferenza dovranno dare quindi un’opportunità a candidati giovani, nuovi e competenti. Se continuano, invece, a votare quelli che da oltre venti anni siedono in consiglio regionale senza risolvere i problemi allora non cambierà niente, a quel punto non ha più senso lamentarsi. Non dobbiamo essere noi segretari di partito ad escludere determinati soggetti dalle liste, devono essere gli elettori a ‘bocciarli’ alle urne. Solo così ci potrà essere un riscatto”.

I responsabili di Italia Viva ed Azione continuano a non essere invitati alle riunioni del centrodestra e del centrosinistra
ma, a detta del coordinatore dei renziani, finora questi tavoli di coalizione non hanno fatto altro che dar spazio a gossip politico sui nomi di probabili candidati governatori, mettendo da parte l’interesse per i punti programmatici. “Fino a quando sarà questo il trend – dichiara D’Ambrosio – fanno bene a non chiamarci. Per guardare al futuro della regione c’è bisogno di un gioco di squadra e non di personalismi. Prima si ragiona del programma e poi del presidente. Noi ci siederemo a un tavolo nel momento in cui qualcuno vorrà ascoltare le nostre proposte ma al momento le due coalizioni mi sembrano abbastanza litigiose. Vincere a tutti i costi per poi litigare il giorno dopo non ci interessa”.

E a proposito di temi. Tre sono le macroaree da cui ‘renziani e calendiani’ del Molise intendono partire. L’energia: adottare sin da subito una legge regionale sulle comunità energetiche, evitare di dire un no a priori a fotovoltaico, eolico ed off-shore ma anzi ragionare per provare a trasformare il Molise in un hub energetico che comporti una crescita socio-economica. Il lavoro: la ricchezza naturalistica del Molise può incentivare i settori del Turismo e dell’Agricoltura, ma al tempo stesso bisogna investire nella formazione dei giovani e far sì che i giovani che studiano fuori regione o all’estero possano veder riconosciute le proprie capacità anche in Molise. La sanità: senza scadere in populismo e demagogia, serve un progetto ben studiato per potenziare la medicina territoriale ma al tempo stesso bisogna cambiare il management ospedaliero.

E qui la provocazione: “Fossi al posto del Governo – punzecchia D’Ambrosio – mi rivolgerei direttamente ai cittadini e direi ‘Noi vi aboliamo il debito sanitario ma voi dovete dimostrare di volere una classe dirigente migliore, mandando a casa quella attuale’. Ma immagino, considerando gli ultimi risultati elettorali, che resterò inascoltato”.

Il Terzo Polo, però, fino ad un eventuale chiamata non resterà con le mani in mano, anzi, è già in corso un dialogo con l’associazionismo, con il mondo delle professioni e con il movimento civico Molise Solidale per dar vita ad una lista riformista che rispetti ed ascolti le esigenze e i suggerimenti del territorio. “Su indicazione dei nostri leader nazionali, noi rappresentati locali possiamo dialogare con chiunque, senza distinzione – spiega il coordinatore – Se saremo coinvolti nella scelta del candidato governatore non solo proporremo un nostro nome, che abbiamo in mente già adesso, ma chiederemo che la scelta sia quanto più democratica possibile. Sicuramente non ci dispiacerebbero le primarie”.

In perfetta coerenza con l’intenzione di dare spazio a giovani candidati consiglieri, i dirigenti locali di Italia Viva ed Azione hanno deciso di non accogliere nella propria lista esponenti della attuale maggioranza consiliare di Palazzo D’Aimmo. “In questi giorni molti hanno associato il consigliere regionale Gianluca Cefaratti a noi – dice il renziano – Questo ragionamento viene spontaneo essendo egli un moderato. Ma, ribadisco, che non è un nostro iscritto”.

Un appuntamento elettorale, quello di fine giugno, per che per Italia Viva può rappresentare un’occasione di riscatto da parte dei cittadini che potranno ‘certificare’ il fallimento della classe politica attuale.