“Grata all’Unimol perché ci dà l’opportunità di trovarci tutti insieme a parlare di temi importanti”. GUARDA IL VIDEO DELLA DIRETTA


CAMPOBASSO. “Sono grata all’Università del Molise e al rettore Brunese perché ci dà l’opportunità di trovarci tutti insieme a parlare di una cosa importante, vale a dire come unire ancora di più le sorti delle università ai territori, come aiutare i territori attraverso le università. E come aiutare gli studenti attraverso tutto questo”.

Così il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, arrivata a Campobasso, per partecipare al convegno ‘L’Università nel Sud: motore di sviluppo’, organizzato nel quadro delle iniziative celebrative dei 40 anni dall’istituzione dell’Ateneo. 

“Questo incontro presso l’Ateneo che ha sede nella nostra regione è l’occasione utile e propizia per riflettere, tutti insieme, rappresentanti del mondo accademico, di quello produttivo e delle istituzioni, su ciò che può e deve rendere efficiente un progetto di rilancio che coinvolga attivamente il nostro meridione. Il Sud rappresenta una parte importante del territorio e della popolazione nazionale, una popolazione che ha la precisa volontà di affrontare le sfide future da protagonista – ha sottolineato il sindaco di Campobasso Gravina -per proiettare le nostre comunità lungo un percorso di sviluppo frutto di scelte chiare, da prendere nei modi e con i tempi giusti”.

“Nell’età contemporanea l’importanza della ricerca e di modelli di sviluppo, che partendo dal territorio producano innovazione, rappresenta una condizione imprescindibile per generare un circolo virtuoso in grado di invertire la rotta e sbloccare così situazioni nevralgiche, sedimentate nel tempo, che stanno producendo nei nostri territori, oltre alla mancanza delle opportunità di lavoro, a cascata, lo spopolamento e la perdita o il depauperamento di alcuni servizi pubblici indispensabili che vanno garantiti costituzionalmente a tutti i cittadini italiani”.

“Se con l’azione di raccordo tra le precise potenzialità che tutto il Meridione in generale è capace di esprimere possiamo adoperarci, attraverso un profondo ed esteso lavoro di rete interistituzionale, per ottimizzare le occasioni di crescita produttiva, è però solo lavorando consapevolmente per garantire, a chi ha deciso di abitare nei nostri territori, quegli imprescindibili diritti costituzionali, come il lavoro o il diritto alle cure sanitarie, che si incentiva realmente la nuova e necessaria spinta a sviluppare le comunità in Molise e nell’intero Meridione” ha concluso il primo cittadino di Campobasso.

“Ho visto nascere e crescere la nostra Università: da dentro, come docente, e da fuori, come cittadino e come presidente di Regione, sono testimone di un’epoca felice per l’affermazione dei principi posti a tutela dell’istruzione e della sua costante diffusione”, il commento del presidente della Regione Donato Toma nel corso dei suoi saluti istituzionali.

“La questione Universitaria nel Mezzogiorno ha un peso politico essenziale nello sviluppo socio-economico di un’area in sofferenza che necessitava di impulso in termini di risorse intellettive, finanziarie e di programmazione”.

“L’esempio dell’Unimol brilla sotto i nostri occhi. A decorrere dall’anno accademico 1982-83, il Molise ha tratto soltanto benefici dall’istituzione dell’ateneo, così è successo anche alle altre aree del Sud contemplate nella Legge sulla Istituzione di nuove Università”.

“L’università degli Studi del Molise è centrale rispetto al presente e al futuro del Molise” ha concluso Toma.

Dopo gli interventi di Alberto Corteggiani, responsabile servizio conservazione e valorizzazione archivi di famiglie e di persone dell’Archivio Centrale dello Stato, di Gaetano Vecchione della Federico II di Napoli e Svimez e il saluto del rettore dell’Università degli Studi del Molise Luca Brunese è intervenuta la ministra Bernini.

“La vostra presenza oggi qui è sostanza. Per rilanciare il Sud è necessario e doveroso puntare su sviluppo e ricerca. L’università è sì un luogo di formazione ma anche e soprattutto di aggregazione. Sono orgogliosa del sistema universitario che ho ritrovato, un luogo della comunicazione aperta e non più chiusa su se stessa”.

“Il Pnrr non inventa queste dinamiche universitarie, ma le riconosce e riparte proprio da esse. Le università si sono già aperte ai territori e viceversa. Serve valorizzare i dottorati di ricerca, mettere a disposizione degli studenti tutti gli strumenti possibili”.

“Come governo – ha sottolineato il ministro Bernini – abbiamo stanziato 500 milioni sulle borse di studio e 300 milioni sulle residenze universitarie con l’obiettivo di creare 52mila posti letto. Sta a noi creare delle offerte formative coerenti con le esigenze dell’attualità e degli studenti. Sono felice di essere qui perché è un momento particolare di vicinanza profonda con le istituzioni universitarie, che devono mirare all’apertura e al collegamento degli atenei”.

“Dobbiamo dare una stabilità e una continuità reale alla ricerca. Abbiamo una serie di opportunità derivanti dal Pnrr e dai fondi di coesione, ma bisogna spendere bene queste risorse” ha concluso il ministro dell’Università e della Ricerca.  

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