HomeNotizieCULTURA & SPETTACOLICelestino V: protettore dei panettieri, pasticcieri e pizzaioli

Celestino V: protettore dei panettieri, pasticcieri e pizzaioli

Il primo miracolo attribuito a Pietro Angelerio è infatti quello “del pane”


di Mauro Gioielli

Quasi ogni santo è ritenuto protettore di una o più categorie lavorative. I Ss. Cosma e Damiano, ad esempio, lo sono dei medici e dei farmacisti.

In argomento, il solo mestiere di cui attualmente viene da alcuni ritenuto patrono San Pietro Celestino è quello dei rilegatori di libri. Probabilmente perché l’iconografia non di rado ci mostra fra i suoi attributi un volume, sul quale talvolta è scritto “Regola”, e in tal caso vuole ricordare la congregazione fondata da Pietro Angelerio secondo una Regola ispirata a quella di San Benedetto.

Senza campanilismo ma per sincero apprezzamento di ciò che il Santone isernino fece in vita, questo patronato mi sembra davvero poca cosa, pur nel totale rispetto dell’arte della legatoria. Si tratta, infatti d’un mestiere particolare, correlato ai libri. Ma nel Duecento, il secolo in cui visse Celestino V, i libri, per come sono stati intesi da Gutenberg in poi, non esistevano.

Fortunatamente, però, c’è da far rilevare che in più luoghi dell’Abruzzo – per quanto ascoltai durante un convegno a L’Aquila circa tre lustri fa – San Pietro Celestino veniva un tempo considerato patrono dei panettieri e, per correlazione, di altri mestieri che hanno a che fare coi forni e la farina, come i pastai, i pasticcieri e i pizzaioli. Ciò in ragione del fatto che il primo miracolo attribuito a Pietro Angelerio è quello “del pane” (che trascrivo nella parte finale di questo post), compiuto quando egli aveva appena sei anni. Il racconto di tale miracolo, di particolare suggestione, ha certamente contribuito a far nascere questo patronato riguardante i fornai et similia (analogo e più ampio di quello riconosciuto a Sant’Onorato e Sant’Antonio abate) anche se, nonostante ogni mia ricerca, non ho trovato elementi che lo confermino. Ma ciò non è un effettivo problema poiché circostanza piuttosto comune quando si tratta di cultura orale e di tradizioni popolari.

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IL MIRACOLO DEL PANE

Un sabato sera, quando il piccolo Pietro aveva sei anni, sua madre mise a lievitare della pasta di farina che, la mattina seguente, sarebbe stata pronta per farne pane.

Il figlioletto le rammentò che il giorno successivo era domenica, non si doveva lavorare ma dedicarsi a Dio. La madre replicò che il Signore avrebbe compreso, perché il pane era necessario a sfamare l’intera famiglia.

La mattina successiva, però, la donna trovò la massa pastosa non lievitata e tutta piena di vermi. Allora svegliò Pietro e gli disse:

«Avevi ragione, figlio mio. Ho creduto di poter disattendere il dovere domenicale e sono stata punita».

«Torna in cucina, mamma – replicò il fanciullo –, vedrai che la pasta sarà pronta per il pane».

Infatti, per miracolo, la trovò ben lievitata e senza più neppure un verme. Ne venne un pane straordinariamente saporito, che fu mangiato per molti giorni senza che mai diventasse raffermo.

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