In 142 pagine l’autore racconta la storia della famiglia che, verso la metà del 1700, dal vicino Abruzzo di Pescocostanzo si è stabilita nella valle del fiume Sangro a Sant’Angelo del Pesco


ISERNIA. C’erano una volta i fabbri ferrai. Cosa facevano e che importanza avevano per il nostro territorio e per tutta la civiltà contadina?… Ce lo dice il noto giornalista e scrittore isernino Cesidio Delle Donne con il suo libro ‘La bottega di fabbro ferraio (testimone di epoche lontane)’ dedicato “Alla memoria degli antenati che hanno respirato e vissuto la bottega, in un’atmosfera senza tempo, con la melodia del suono ondulato dell’incudine”.

“Infatti in 142 pagine – scrive Domenico Lanciano, responsabile dell’Università delle Generazioni – tra testo narrativo e numerose ed eloquenti foto a colori e in bianco e nero, l’autore racconta la storia della famiglia Delle Donne che, verso la metà del 1700, dal vicino Abruzzo di Pescocostanzo si è stabilita nella valle del fiume Sangro a Sant’Angelo del Pesco (oggi in provincia di Isernia). Generazioni di artigiani, in particolare fabbri ferrai e maniscalchi che hanno contribuito notevolmente al progresso di questa parte di territorio molisano-abruzzese.

Da qualche anno la bottega appartenuta lungamente alla sua famiglia fa bella mostra di sé a Castelpetroso al piano terra del palazzo Marchesale, nei locali che ospitavano le vecchie carceri longobarde. Tutti gli arnesi di quel che fu un mestiere artigiano tra i più importanti fino a metà dello scorso 20° secolo sono esposti per scolaresche, turisti, curiosi e studiosi. Rendono omaggio e considerazione alla originale arte del fabbro-fucinatore e al lavoro della ferratura del maniscalco. Un piccolo museo che offre argomenti didattici informativi in una visione di archeologia artigianale che ispira profonde riflessioni evocative pure sui concetti di civiltà e progresso. Tutti i diritti di tale libro sono riservati al Comune di Castelpetroso”.