Il programma degli eventi e il messaggio di don Luigi Di Nardo


CAMPOBASSO. “Cari fedeli e cittadini di Campobasso, anche quest’anno onoriamo il Santo Patrono, in occasione della sua Festa, il prossimo 23 aprile. Come sempre ravviviamo l’entusiasmo con cui i nostri padri hanno tributato a san Gorgio una venerazione, così grande tanto da eleggerlo quale protettore della Città. La festa ripresa ormai da poco più di un ventennio si rinnova, ogni volta come se fosse la prima”. Così il parroco don Luigi Di Nardo nel messaggio che anticipa la festa di San Giorgio a Campobasso.

“Fede e folklore, culto e storia di una città che si mette in cammino per rendere omaggio a San Giorgio Martire, da secoli benevolo protettore di un popolo che sa mantenere vive le antiche tradizioni. I festeggiamenti si svolgeranno nel solco della sobrietà e della gioia, anche come momento di riflessione collettiva che consente alla comunità di ritrovarsi e condividere qualcosa che appartiene a tutti, come in una grande famiglia”, scrive il parroco.

“Il mondo è in subbuglio: guerre, violenze, distruzioni. Tutto si innesta in una società sempre più complessa, dove le relazioni umane sono sempre relativizzate e prevale l’egoismo di ciascuno. Restiamo attraversati dall’incertezza per il ‘domani’, soprattutto per i nostri giovani, per la stabilità economica, per un lavoro certo. Chiediamo a S. Giorgio di esserci vicino quando ci assale il dubbio e si annida nel cuore una tristezza che sembrerebbe implacabile”, sottolinea don Di Nardo.

“Con il suo patrocinio possiamo essere più forti e coraggiosi nelle battaglie interiori, superare le tentazioni e ottenere la vittoria contro le avversità. La sua intercessione sia a favore anche della guarigione di malattie, preservati da ogni epidemia e calamità naturale, efficace per la protezione dalle forze del male e per ricevere la grazia di una fede salda e viva, così pure necessaria per scongiurare ogni ‘escalation’ di guerra e di rivoluzione. Ringrazio di cuore quanti si sono prodigati volontariamente e generosamente per l’organizzazione degli appuntamenti religiosi e civili”, conclude don Di Nardo.