Foto Cristicini

Il 7 maggio del 1984 il violento sisma provocò danni ingenti in diversi centri della provincia di Isernia


ISERNIA. Settanta comuni colpiti, di cui 9 in modo grave, 83 feriti, tre morti (indiretti) e circa 6mila sfollati. Sono i numeri del violento terremoto che alle ore 19.48 del 7 maggio del 1984 – esattamente 40 anni fa – si registrò in una vasta area tra le regioni Lazio, Abruzzo e Molise tra l’alta valle del Sangro e della Val di Comino.

La scossa di magnitudo momento di 5.9 ed un’intensità pari all’VIII grado della scala Mercalli, ebbe come epicentro il territorio di San Donato Val di Comino. Danni anche a Isernia e nella sua provincia, dove i centri più colpiti furono Forlì del Sannio, Acquaviva d’Isernia, Colli a Volturno e Pizzone.

Nelle località più danneggiate (Alfedena, Barrea, Civitella Alfedena, Opi, Pescasseroli, Scanno, Villetta Barrea, San Donato in Val di Comino, Forlì del Sannio) mediamente il 50% delle abitazioni (in gran parte vecchie costruzioni o casolari) fu danneggiato e il 35% dichiarato inagibile.
Danni di minore gravità riguardarono circa 120 altre località dell’Abruzzo, del Lazio meridionale e della Campania. La scossa fu avvertita sensibilmente a Roma, e in generale in tutta l’Italia centro-meridionale.

Una violenta replica si verificò il successivo 11 maggio, alle ore 12:42.  Il sisma ebbe come epicentro l’area meridionale del Pnalm, a poca distanza dall’epicentro di quattro giorni prima, facendo registrare una magnitudo momento di di 5.5 ed un’intensità pari al VII grado della Scala Mercalli. Replica che provocò l’aggravamento delle lesioni fatte registrare nel sisma precedente. Numerose repliche si verificarono poi fino al 19 maggio.

A Isernia, come negli altri paesi della provincia colpiti, resta impresso il ricordo di quei mesi. In tanti dovettero lasciare la propria abitazione. Nel capoluogo pentro l’area più colpita fu quella del centro storico.

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