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“Voleva ucciderla”: così il molisano Federico Zeoli si è accanito sulla piccola Alice

La notizia riportata sull’edizione romana de ‘La Repubblica’. Intanto la bimba è ricoverata ancora in terapia intensiva e al momento non sono esclusi possibili danni neurologici. Nessuno è andato a farle visita: la mamma non può e il padre naturale ha problemi con la giustizia


CAMPOBASSO. Si sono conosciuti alla fermata del bus, qualche mese fa. Una frequentazione che è diventata quasi subito un rapporto consolidato tanto da dare il via ad una convivenza fra disperati.

Un dramma che si è consumato all’interno di una storia di degrado culturale, sociale ed economico, in una casa fatiscente e minuscola alla periferia di Genzano di Roma dove vivono Sara , 23 anni e tre figli, e il suo compagno Federico Zeoli, 25 anni di Vinchiaturo.

Lui, Federico, ha picchiato selvaggiamente una delle figlie della sua giovane compagna tanto da mandarla in ospedale con un ematoma cerebrale. E’ ancora ricoverata nel reparto di terapia intensiva del ‘Bambin Gesù’ la piccola Alice, 22 mesi. Respira da sola e pare che le sue condizioni di salute migliorino pian pianino ma per i sanitari, al momento, non sarebbe ancora possibile escludere possibili danni neurologici.

Nessuno è andato a farle visita, almeno fino a ieri. La mamma non può perché i figli sono stati allontanati e sono ospiti di una comunità protetta. Il padre naturale nemmeno, per problemi pregressi con la giustizia ma alcuni suoi familiari avrebbero incontrato il responsabile del reparto dove la piccola è ricoverata per avere notizie. Un destino segnato quello di Alice.

Non ci sono scusanti né possibilità di appello per il 25enne molisano che è accusato di tentato omicidio e maltrattamenti.

Ed è proprio sulle ferite della piccola che ancora non spegne due candeline che si sarebbero concentrati gli inquirenti, dopo la segnalazione del personale sanitario che avrebbe riscontrato alcuni lividi e segni di percosse precedenti al giorno del fattaccio.

Una sequenza da brivido: mamma Sara lascia i suoi bimbi in custodia al giovane compagno perché impegnata a consegnare delle medicine al padre malato. Lì, in casa del genitore, come ha poi raccontato, riceve la telefonata che non avrebbe mai dovuto ricevere. Federico Zeoli le chiede di tornare immediatamente a casa, raccontando una frottola.

“Le ho dato un bicchiere d’acqua, si è sentita male, ha vomitato ed è svenuta” . E così Sara si precipita a casa e trova la piccolina senza sensi, con il volto pieno di lividi e graffi. La corsa all’ospedale di Genzano, di lì il trasferimento a quello dei Castelli e poi a sirene spiegate, in codice rosso, al Bambin Gesù di Roma. Non prima di aver tentato di coprire le responsabilità di quell’uomo, conosciuto alla fermata di un bus e entrato, con il suo carico di disagio, nella vita di una famiglia già problematica. Incastrata dall’evidenza dei fatti (i lividi, i graffi e i morsi accanto all’ombelico) Sara pronuncia il nome del suo compagno.

Federico Zeoli viene rintracciato e portato in Questura. Poi arrestato e trasferito nel carcere di Velletri. Al momento non risulta alcun fascicolo aperto nei confronti della mamma della piccola Alice sebbene si indaghi sulla possibilità che l’uomo abbia agito con violenza altre volte nei confronti della piccola e forse anche degli altri figli della compagna.

Secondo quanto riporta l’edizione romana de “La Repubblica” l’uomo voleva uccidere quella bimba che piangeva e non si calmava. Non smetteva di urlare e disperarsi.

Ma quando i piccoli piangono, si coccolano. Si prendono in braccio e si rassicurano. Non si picchiano fin quasi ad ucciderli.

“E’ stato un raptus” la ‘litania’ del giovane molisano responsabile del pestaggio, come ha ammesso nell’immediatezza dell’arresto non sottraendosi alle responsabilità evidenti.

Sara vive in una casa disastrata alla periferia di Genzano di Roma, a due passi dalla Nettunense. Disoccupata e in carico ai servizi sociali del Comune, assieme ai figli (all’inizio si era parlato di quattro bimbi, Alice e la sua gemellina, altri due di 5 e 8 anni) ha accolto Federico Zeoli che, stando a quanto ha dichiarato, sarebbe rimasto altre volte da solo assieme ai bambini.

I vicini, ascoltati dagli inquirenti, avrebbero riferito di aver ascoltato spesso, soprattutto negli ultimi giorni, provenire da quella casa fatiscente dei lamenti disperati.

La mamma di Alice però nega che l’uomo abbia potuto far del male ai suoi figli anche in precedenza. Lei non sarebbe stata nemmeno a conoscenza dei precedenti penali del molisano che si è trasferito a Genzano da Vinchiaturo non molto tempo fa.

Stalking e lesioni: storie vecchie, che risalgono proprio al periodo in cui viveva nel paese alle porte di Campobasso, seguito anche lì dai servizi sociali.

Poi la decisione di trasferirsi a Genzano, dove vive la sorella che assieme al marito ha un autolavaggio. Nessun rapporto tra i due fratelli, come avrebbe confermato la giovane donna coinvolta suo malgrado nell’ennesima storiaccia commessa dal fratello.

Di certo l’equipe specializzata ascolterà anche gli altri bambini, ora in una comunità protetta al riparo persino dalla loro stessa madre. Hanno assistito al tentato omicidio della sorellina.

Vittime anche loro del ‘raptus’ di Federico Zeoli.

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