HomeNotizieCRONACAAddio a Fred Bongusto: Campobasso al funerale dell’artista simbolo della città

Addio a Fred Bongusto: Campobasso al funerale dell’artista simbolo della città

Il sindaco di Campobasso Roberto Gravina, con l’assessore alla cultura Paola Felice e il gonfalone del Comune alla cerimonia a Santa Maria in Montesanto, nella cosiddetta Chiesa degli artisti a Roma. Presenti Edoardo Vianello, Viola Valentino, il maestro Gianni Mazza


CAMPOBASSO. Addio a Fred Bongusto. Campobasso non dimentica il suo artista simbolo, il crooner chansonnier che ha portato il nome del Molise nel mondo. ‘Campobasso e il gabbiano’ e ‘Molise puozz’ess accise’ le canzoni in cui ha raccontato il suo legame, a volte difficile, ma sempre viscerale, con la sua città.

Una città che ha partecipato ai funerali di Fred a Roma, a Santa Maria in Montesanto, nella Chiesa degli artisti di piazza del Popolo. Campobasso presente con il gonfalone del Comune e con il sindaco Roberto Gravina, con la fascia tricolore. Al suo fianco l’assessore alla Cultura Paola Felice. 

Pochi i vip presenti: Edoardo Vianello, grande amico di Fred Bongusto, Viola Valentino e il maestro Gianni Mazza. Oltre naturalmente ai familiari di Fred, agli amici romani, ad alcuni cittadini di Campobasso che non hanno voluto mancare alla cerimonia. Il feretro in chiesa, coperto di rose rosse e fiori bianchi, davanti alla bara una grande fotografia.

“Campobasso oggi ha salutato Fred Bongusto per l’ultima volta – le parole del sindaco Gravina – Lo ha fatto come città e come comunità e allo stesso modo saprà avere memoria della sua arte, della sua musica e della sua umanità. Campobasso lo ricorderà per sempre”.

Nato il 6 aprile 1935, cresciuto in via Marconi, tra il borgo antico e il centro murattiano, una zona che ha ricordato nelle sue canzoni, “quattro calci al pallone davanti a Santa Maria”, Fred Bongusto è morto venerdì scorso, a 84 anni, dopo una lunga malattia. Fred Bongusto è morto venerdì scorso, a 84 anni, dopo una lunga malattia. Nell’omelia più volte sono state ricordate le sue origini.

Lui sognava di tornare a Campobasso, di tornare nella sua regione. Nel testo ‘Molise puozz’esse accise’ tutta la sua anima: “Sei mai stato in Molise? Il Molise due giorni di sole e cento di pioggia Sei mai stato in Molise? Chi ti incontra canta sempre la canzone: “Quando sei arrivato, quando te ne vai?” Molise, Molise puozz’esse accise. Quattro calci al pallone davanti a Santa Maria. Tu credevi di diventare un campione, una chitarra comprata vendendo il pallone e nn’ammore ee’uagliune fornite pa’via. Amore mio, addio. Chi si è mai dimenticato. Addio, chi si è rassegnato mai. Addio. Sei mai stato in Molise? Il Molise due giorni di sole e cento di pioggia. Sei mai stato in Molise? Il Molise la mia terra, la mia casa, i miei amici. Sono invecchiati, Molise, Molise, Molise puozz’esse accise. Se di notte mi incontri davanti a Santa Maria E mi senti cantare qualche vecchia canzone. Non pensare che è un sogno. Perché vivo lontano. Non pensare che la colpa è del vino che è buono, Molise mio, sono io che non me ne sono andato mai, io che non ti ho lasciato mai, io”.

 

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