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La fonderia Marinelli ricorda il patriarca delle campane

Nel decennale della scomparsa, sabato 9 novembre si terrà un evento dedicato a Pasquale Marinelli con testimonianze, video, memorie. A tracciare il profilo biografico dell’illustre concittadino, lo scrittore agnonese Nicola Mastronardi 

 

 

AGNONE. Sono trascorsi ormai ben dieci anni dalla scomparsa di Pasquale Marinelli, chiamato anche il patriarca delle campane: da quel 5 novembre del 2003 il ricordo è comunque sempre vivo. Sabato prossimo, 9 novembre, presso la Pontificia Fonderia Marinelli, l’indimenticabile personaggio sarà ricordato nel corso di un evento a tema con testimonianze, video e memorie. Appuntamento alle ore 16.30, con lo studioso e scrittore agnonese Nicola Mastronardi che ne traccerà il profilo biografico.Seguirà una messa commemorativa, officiata da monsignor Angelo Scotti. Lo storico campanaro agnonese, nato nel ’21, è ricordato da tutti per le doti umane e manageriali e per la passione che ha profuso nel lavoro. Una nuova campana oggi rintocca:  la Vox Fidei a lui dedicata, grazie all’idea dei nipoti Armando e Pasquale, a cui aveva passato il testimone della millenaria tradizione. E’ stata fusa per l’elevazione a basilica del santuario della  Madonna  di Castelpetroso e benedetta da sua eminenza il vescovo di Campobasso Bregantini. L’idea della fondazione del Museo storico della campana è stata partorita dal compianto patron: la struttura è stata dedicata al fratello Ettore e intitolata a Giovanni Paolo II. Una vita, quella di Pasquale Marinelli, spesa tra passione, dedizione al lavoro e amore per la famiglia: la moglie Clara, le figlie Gioconda e Gabriella, le nipoti Renata e Laura. I ricordi sono racchiusi nel volume “L’uomo che fondeva le campane” che Gioconda ha scritto  rievocando il passato, i momenti personali  e quelli indimenticabili come la visita in fonderia di Papa Wojtyla o l’affetto per padre Pio, oggi Santo. Marinelli, dopo la laurea in Giurisprudenza all’Università di Roma nel ’47,   ha preso in mano le redini della Pontificia Fonderia di campane della famiglia dopo la guerra; insieme al fratello Ettore e  ai suoi collaboratori, ha portato avanti una tradizione millenaria di lavoro artigianale ed artistico, trasfondendovi la sua cultura, sensibilità e abilità. Dopo l’incendio che distrusse negli anni ’50 la fonderia ed ogni strumento di lavoro, Marinelli ha ricostruito e ingrandito la sua azienda con pazienza, fatica e sacrificio per portare in Italia e nel mondo la voce delle campane agnonesi. Alcune tra le più celebri: le campane della Basilica di San Paolo a Roma volute da Papa Giovanni XXIII, della Basilica di Pompei, commissionate da Bartolo Longo, delle Badie di Montecassino, Assisi, Montevergine, del Duomo di Orvieto, Ravello e tante altre. Altre campane sono nate dai suoi rapporti d’amicizia con i Pontefici: “la campana del Concilio”, voluta da Paolo VI, o “la campana dei quattro Papi”, che Giovanni Paolo II  portò con sé in Polonia e pose vicino al suo fonte battesimale. Sempre attento interprete delle problematiche della sua terra, interessandosi alla crescita del Molise  nel campo turistico e artigianale, Marinelli ha ricoperto anche la carica di primo presidente della Commissione dell’Albo artigiani del Molise e rappresentante nella Commissione regionale Abruzzo e Molise, nonché presidente del Consiglio di amministrazione professionale di Stato per l’Industria e Artigianato di Agnone.

 

 

 

 

 

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