HomeREGIONEAsrem, spese ‘senza freni’: parco auto da 2.8 milioni di euro

Asrem, spese ‘senza freni’: parco auto da 2.8 milioni di euro

CAMPOBASSO. Le tasse più alte d’Italia. I precari Asrem che protestano davanti ai cancelli del Consiglio regionale perché per rinnovare il loro contratto non ci sono soldi. Al Pronto Soccorso dell’ospedale di Isernia, da anni, il personale scarseggia di fronte a un costante aumento degli utenti. Eppure, i soldi per le macchine aziendali ci sono. Eccome: 81 Fiat Panda 1.3 Multijet; 32 Panda Van 1.3 Multijet; 4 Fiorino 1.3 Multijet. A noleggio, per 60 mesi. Costo annuo: 552.415,07 euro, Iva compresa. Totale spese: 2 milioni 762mila euro.

Sono questi i numeri del nuovo parco auto dell’Azienda sanitaria regionale del Molise, contenuti nel provvedimento n. 262 del 18 marzo 2014 del direttore generale dell’Asrem, Angelo Percopo, che ha deciso di ingranare la marcia e di pigiare sull’acceleratore, svecchiando i mezzi in dotazione all’Arem. Il documento (scaricabile in basso) reca anche le firme del direttore sanitario Giancarlo Paglione e di quello amministrativo, Gianfranca Testa. E riguarda, testualmente, “l’acquisizione di veicoli tramite l’adesione alla convenzione Consip denominata ‘Veicoli in noleggio10 bis'”. Per quanti non lo sapessero, la Consip è una società per azioni del ministero dell’Economia con funzioni di supporto in favore della Pubblica Amministrazione nell’acquisto di beni e servizi. Dunque, aderire a una convenzione Consip significa spuntare le migliori offerte in termini di approvvigionamenti. Eppure, i dubbi sulla questione sono molti. Moltissimi.

Per esempio sul numero dei veicoli, le cosiddette auto ‘grigie’, necessarie a far spostare i dipendenti da una parte all’altra, nonché a trasportare materiali quali sangue e prelievi e, ancora, per effettuare il servizio veterinario. Si è scelto di rinnovare perché le auto vecchie probabilmente non erano più efficienti e sicure. E fin qui, nulla questio. Ma i numeri? Centodiciassette mezzi, si diceva: tanti, forse troppi, considerando quanto riferiva l’Ansa in un dispaccio del febbraio 2012. Citando i dati relativi del censimento del parco auto delle pubbliche amministrazioni per il 2011, svolto da FormezPA su incarico del Dipartimento per la Funzione pubblica, l’agenzia di stampa riportava che, “dei 369 mezzi presenti in Molise, 92 sono auto blu (cioè quelle riservate ai vertici degli enti) e 277 auto grigie (cioè quelle destinate a un uso di servizio). In particolare, per quanto riguarda gli 84 mezzi della Asl, uno solo di essi è di proprietà, mentre tutti gli altri sono a noleggio”. Tre anni fa, insomma, le auto aziendali in dotazione dell’Asrem erano 84, di cui 83 a noleggio. Oggi, sono diventate ben 117 (+ 33). Nonostante la spending review.

E qui ci chiediamo: che fine hanno fatto le auto vecchie? Sono state tutte già dismesse o ci si sta ancora accingendo a rottamarle? E di quanti mezzi si compone l’intero parco auto dell’Azienda sanitaria del Molise? Sono davvero necessari 117 veicoli a noleggio o forse il numero è sovradimensionato e qualcosa, magari, si poteva tagliare?
Inoltre, conviene davvero la formula del noleggio? Per le 81 Panda, la rata mensile – per un periodo di cinque anni e 100mila km, comprensiva di assicurazione Rca e Kasko contro gli incidenti, incendio e furto e fornitura della ‘Fuel Card’, la carta carburante – ammonta a 332,63 euro più Iva. Il modello Panda Van, invece, ha una rata mensile leggermente più bassa: 297,71 euro più Iva. Il Fiorino, infine, ha un canone mensile di 315,88 euro più Iva. Mica poco, considerando i prezzi di una rateizzazione d’acquisto di un’automobile, oggi come oggi. Ma qui l’Asrem potrebbe obiettare che con il noleggio le franchigie sono più basse e a volte anche azzerabili, senza contare una più lunga copertura della manutenzione straordinaria senza costi aggiuntivi.

Fatto sta che l’amministrazione sanitaria impegna qualcosa come 2.7 milioni di euro in cinque anni: oltre cinque miliardi delle vecchie lire per le auto aziendali, il cui fabbisogno – come si legge nel provvedimento n. 262 a firma di Percopo – è stato segnalato al direttore generale medesimo con una nota del responsabile dell’Unità operativa complessa Tecnico Manutentiva, l’ingegner Giovanbattista Spallone. Il quale, contattato telefonicamente, si è limitato a dire che l’elenco in questione è scaturito dalle indicazioni dell’ufficio Patrimonio ed Economato. A quel punto abbiamo contattato la dirigente del settore, la dottoressa Gabrielina Carpenito: la quale ha dichiarato che più opportuno sarebbe stato rivolgersi ai vertici aziendali. Non ci siamo scoraggiati di certo e abbiamo provato, più volte, a sentire il dg Percopo, ma nulla. Nessuna risposta nell’arco della giornata. Ecco allora che abbiamo spostato il tiro sul direttore sanitario Giancarlo Paglione. Ma, anche qui, niente da fare: sul punto, il dirigente ha risposto che non bisognava chiedere a lui, che non poteva essere lui a fornire dettagli al riguardo.

A Olbia, nel settembre 2012, il noleggio di sole 35 Panda nuove di zecca targate Asl, inutilizzate, fece gridare allo scandalo i sindacati, che accusarono l’azienda sanitaria di sprechi e inefficienza e invitarono i dirigenti a fare le valigie. Sul punto, abbiamo chiesto il parere al dottor Lucio Pastore, primario facente funzioni del Pronto Soccorso dell’ospedale di Isernia e iscritto al sindacato Anaao-Assomed. Il medico sottolinea da anni come il reparto d’emergenza sia in continua sofferenza, con gravi carenze di personale e mancanza di strutture alternative dove smistare i pazienti in sovrannumero. Tra i fondatori del Comitato ‘Bene Comune Veneziale’, in difesa della sanità pubblica, Pastore sul caso del nuovo parco auto ha, tuttavia, preferito andarci cauto. Senza esimersi dal dire, in ogni caso, come gli riesca “difficile pensare a una scelta saggia”, di fronte a certi numeri.

Se qualcuno ci avesse risposto, avremmo solo voluto capire se la soluzione intrapresa per il parco auto sia stata quella davvero più conveniente per le casse aziendali. Un chiarimento assolutamente dovuto, a tutti: alla stampa, ai dipendenti che lavorano tra i tagli, ai precari che rischiano il posto e soprattutto ai cittadini tartassati, che spesso non beneficano nemmeno di un servizio sanitario all’altezza per mancanza di fondi.

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