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Ittierre, Petraroia tuona col governo centrale. Ma Patriciello suona la sveglia alla Regione

PETTORANELLO DEL MOLISE. Dopo il mezzo passo falso dell’altra sera, torna a farsi sentire con il governo centrale a tutela dei lavoratori Ittierre. Michele Petraroia, assessore regionale al Lavoro, impugna carta e penna e scrive al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio; al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti; al ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi; al presidente della Commissione attività produttive della Camera dei deputati, Guglielmo Epifani; infine, al suo alter ego al Senato, Massimo Mucchetti, sottoponendo all’attenzione del Governo Renzi “la necessità di attivare un confronto nazionale sulla crisi del più importante polo tessile dell’Italia centromeridionale, per individuare possibili soluzioni a tutela di un territorio fragile che stenta a trovare la giusta attenzione anche nelle circostanze più critiche per la propria tenuta sociale”.
“In questi giorni – ricorda Petraroia – dopo alcuni anni di gestione commissariale del ministero dello Sviluppo che hanno segnato in negativo una filiera che offriva lavoro a poco meno di 2mila addetti in una provincia con meno di 90mila abitanti, 266 dipendenti su 600, con un’anzianità media di 20 anni di lavoro, hanno aderito alla mobilità volontaria per assenza di prospettive serie di rilancio industriale dell’Ittierre. Probabilmente, nelle prossime ore il numero è destinato a salire per via dell’entrata in vigore della riforma Fornero che, a decorrere dal 1° gennaio 2015, taglia di 12 mesi il periodo di tutela del reddito per l’indennità di mobilità. Per i restanti lavoratori la cassa integrazione straordinaria per procedura concorsuale andrà in scadenza il 2 aprile successivo e, stante le difficoltà del nuovo soggetto imprenditoriale che è subentrato all’Ittierre, sussiste il dubbio che, salvo poche decine di addetti, per gli altri lavoratori si potrà provvedere a una proroga semestrale della cassa con successiva collocazione in mobilità”. L’assessore non lesina paragoni con altre situazioni di allarme socio-occupazionale nel resto d’Italia: “Considerato che altre centinaia di addetti diretti e dell’indotto tessile locale – prosegue nella sua missiva all’esecutivo nazionale – precedentemente licenziati, hanno già terminato il periodo di tutela del reddito, ne consegue un quadro allarmante dal punto di vista economico e sociale con assenza di alternative credibili per un numero di lavoratori simile a quello delle acciaierie di Piombino e superiore a quello delle acciaierie di Terni”. Le proposte di attivazione del Feg (Fondo europeo adeguamento alla globalizzazione) e del riconoscimento dell’Area di crisi industriale complessa avanzata dalla Regione Molise ufficialmente ad aprile 2014 e condivisa da tutto il partenariato economico, industriale e sociale regionale con un’intesa sul lavoro del 7 agosto scorso restano in attesa di istruttoria ministeriale e, al momento, registrano l’audizione presso la Commissione Attività Produttive della Camera dei deputati, in programma per il 27 novembre prossimo. “Ciò che colpisce – si rammarica l’assessore – è la necessità da parte delle comunità locali, delle istituzioni regionali e delle forze sociali di ricorrere a mobilitazioni aspre a livello nazionale, unico modo per conquistarsi il diritto all’attenzione e alla possibilità di avere una sede ministeriale in cui trattare il futuro di mille famiglie, in una provincia in crisi che non è in grado di offrire percorsi concreti di ricollocazione professionale. E’ ingiusto – conclude Petraroia – penalizzare i lavoratori dell’Ittierre con una gestione commissariale del ministero dello Sviluppo, che ha preso uno dei poli tessili più avanzati e innovativi d’Italia dove si produceva Dolce e Gabbana, Ferrè e marchi prestigiosi del sistema moda conosciuti ed esportati in tutto il mondo, per determinare – nel giro di pochi anni – la sostanziale chiusura della filiera con il licenziamento dei dipendenti diretti, il crollo dell’indotto, l’assenza di misure straordinarie di tutela del reddito e l’impossibilità di confrontarsi su un percorso di sviluppo alternativo del territorio”.
Sul tema è intervenuto anche l’europarlamentare di Forza Italia Aldo Patriciello, che propone una soluzione ‘continentale’ al dramma sociale delle famiglie interessate dalla crisi sempre più profonda di Ittierre. “E’ necessario guardare con maggiore attenzione a Bruxelles – dichiara – L’Unione Europea può rappresentare, seppur in maniera parziale, la soluzione giusta ai problemi che affliggono le grandi aziende, come appunto l’Ittierre, alle prese con le difficoltà di un mercato sempre più globalizzato. In un contesto di grave crisi economica e produttiva per molte delle nostre aziende – spiega Patriciello – è necessario fare ogni sforzo per aiutare le imprese, non soltanto ad accrescere il loro potenziale competitivo, ma anche ad accedere facilmente agli aiuti finanziari messi a disposizione dall’Europa. Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg), ad esempio, fornisce sostegno ai lavoratori in esubero nelle eegioni e nei settori svantaggiati dalla loro apertura all’economia globalizzata. Si tratta di un fondo con una dotazione annuale di 500 milioni di euro, le cui domande di contributo, tuttavia, vengono inviate alla Commissione europea dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali su iniziativa delle Regioni. Stiamo parlando, in sostanza, di interventi di aiuto economico per quelle realtà produttive, come l’Ittierre, in cui i licenziamenti hanno un’incidenza grave sull’occupazione e sull’economia locale. Mi auguro – conclude l’eurodeputato – che la Regione, d’intesa con il ministero del Lavoro, possa mettere in campo ogni azione necessaria atta a verificare se vi siano i presupposti per un rapido inoltro della domanda di accesso al Feg. Al momento, infatti, non risultano domande inoltrate per la situazione dell’Ittierre né dalla Regione Molise al ministero del Lavoro né, di conseguenza, da quest’ultimo alla Commissione europea”.

Intanto, si apprende che mercoledì scorso Agostino Falco, il nuovo amministratore delegato di Oti, le Officine Tessili Italiane, che hanno rilevato l’Ittierre spa da Antonio Bianchi, ha incontrato la liquidatrice giudiziale Nella Caruso, rassicurandola – nonostante l’arresto del patron Antonio Rosati in un’inchiesta della procura di Milano per una presunta maxi frode fiscale da 250 milioni di euro – sulle intenzioni dell’azienda. Oti intende proseguire con il programma di rilancio e avrebbe, allo scopo, quasi raggiungo un accordo per il fitto dei locali di Pettoranello del Molise con i commissari governativi Chimenti, Ciccoli e Spada. L’outlet di Roccaravindola, invece, potrebbe essere trasferito anch’esso a Pettoranello.

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