HomeMEDIA E TECNOLOGIALotta al cybercrime, a Isernia il centro specializzato in indagini digitali

Lotta al cybercrime, a Isernia il centro specializzato in indagini digitali

ISERNIA. Prove schiaccianti di un tradimento del partner; casi di spionaggio industriale; ricatti a sfondo sessuale; stalking; pedopornografia; frodi online: il pericolo, nell’era del 3.0, corre veloce sul web, dove un solo, piccolo, apparentemente innocuo file, perso o ritrovato, può cambiare le sorti di tante persone, in maniera trasversale, con ripercussioni che dai social o dal virtuale si ripercuotono nella vita ‘analogica’ di ognuno di noi.
Il numero di situazioni in cui le prove di determinati reati o comportamenti illegittimi sono memorizzate nei più svariati dispositivi di navigazione in internet (smartphone, tablet, pc, ecc.) è in aumento costante e incontrollabile. Anche il crimine, insomma, si è digitalizzato, beandosi della proliferazione dei cosiddetti ‘analfabeti digitali’, ovvero di persone che non conoscono le nuove tecnologie a fondo, pur stando sempre sul web.

Ecco allora l’utilità di potersi rivolgere a un team di esperti, capaci di spaziare dal recupero dati – su tutti i devices, in particolare sui cellulari, autentico cavallo di battaglia della ditta – allo svolgimento di vere e proprie indagini informatiche. A Isernia tutto questo è possibile grazie a due giovani, Saverio Abbatiello e Paolo Vespone, titolari di un laboratorio di informatica forense inaugurato nel settembre 2014, che costituisce l’unico centro specializzato privato del Centro-Sud Italia.

L’idea della società, denominata, ‘I-Forensics’, nasce durante la frequenza del master universitario in ‘Sicurezza informatica e digital forensics’, tenuto dal professor Mario Massimo Petrone, docente dell’Università degli studi del Molise. Essa dispone di numerosi strumenti e attrezzature tecnologiche per effettuare ogni tipo di ricerca, rispondendo appieno all’esigenza di sicurezza nelle comunicazioni.
“L’esigenza di sicurezza informatica – spiega Abbatiello, laureato in giurisprudenza e in possesso di un master di primo livello in sicurezza informatica e indagini digitali – deriva dalla nascita dei crimini digitali Anche la truffa di Totò adesso esiste sul web, solo che è più ‘performante'”.

Ecco dunque la possibile risposta: l’informatica forense, ovvero la disciplina che si occupa dell’identificazione, della conservazione, dell’analisi e della documentazione dei reperti informatici al fine di presentare prove digitali valide in procedure civili e penali. Nata in America, la ‘Digital forensics’ in Italia arriva nel 2002 grazie ad Andrea Ghirardini e si premura di studiare metodologie e strumenti per la raccolta, l’interpretazione, l’analisi e la conservazione di evidenze digitali in modo da garantirne l’autenticità, la certezza della provenienza, l’integrità, la veridicità e la completezza, rendendo la prova digitale ‘non ripudiabile’, e quindi efficacemente utilizzabile in giudizio.
Abbatiello e Vespone, infatti, collaborano a stretto giro con procure e forze dell’ordine, intervenendo – da dietro le quinte – a supporto di inchieste per le quali sia indispensabile recuperare dati dai telefonini e dai tablet o riparare supporti informatici che risultino danneggiati.

‘I-Forensics’, tuttavia, è un vero e proprio centro polifunzionale: tra le sue attività è possibile menzionare la ricerca scientifica, l’organizzazione di corsi professionali in materia di sicurezza informatica per privati, aziende, scuole, ordini professionali ed enti; la partecipazione a seminari formativi e fiere; il recupero dati (persi o cancellati) da memorie danneggiate e smartphone e, anche, l’assistenza tecnica dei dispositivi digitali e la loro vendita.

Il web, difatti, è un mare magnum in cui è facilissimo naufragare. Principale pericolo, in proposito, è la mancata percezione dei rischi che si possono correre, legati all’ignoranza e alla superbia su materie delicatissime: “Lasciare incautamente determinate tracce personali e private sui social, ad esempio – ancora Abbattiello – è come andare in giro nudi o dire che si nascondono ricchezze. Qualche malintenzionato, prima o poi, finirà per notarti. Se mi comporto male su Facebook scrivendo un certo post, esso avrà ripercussioni sulla mia vita analogica. I social certamente sono un bel rischio, ma sono come un coltello: dipende da come si usano. Una lama affiliata è un oggetto che può essere usato per offendere, ma è anche uno strumento di grande utilità. Bisogna conoscerne le potenzialità d’utilizzo per aggirarne gli ostacoli”.
Nelle prossime settimane, torneremo a trovare il team dell’I-Forensics per occuparci di moltissime questioni di strettissima attualità: come i social, il deep web, la profilazione e la tracciabilità sui motori di ricerca.

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