HomeNotizieCRONACAIsernia: terremoto calcioscommesse, perquisizioni anche in provincia

Isernia: terremoto calcioscommesse, perquisizioni anche in provincia

ISERNIA. L’ombra del calcioscommesse si allunga anche in provincia di Isernia. Due imprenditori locali, originari di un comune della valle del Volturno e con interessi anche nel calcio, sarebbero stati infatti sottoposti a perquisizione domiciliare dai carabinieri di Gallipoli e, in seguito, portati in caserma, in Puglia, per essere ascoltati come persone informate sui fatti.

L’operazione – che sin inserisce nell’ambito dell’inchiesta nazionale ‘Dirty soccer‘ sul calcioscommesse in Lega Pro e serie D– sarebbe scattata all’alba di mercoledì scorso, 3 giugno, quando i militari dell’Arma, su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, avrebbero effettuato due perquisizioni in provincia di Isernia. Le misure sarebbero scaturite dalla necessità, da parte degli investigatori pugliesi, di fare chiarezza su alcune telefonate intercorse tra i soggetti molisani e un dirigente sportivo di un’altra regione – raggiunto da una misura restrittiva nell’ultima inchiesta sul calcioscommesse – che all’epoca dei fatti aveva il telefono sotto controllo.
Dopo l’azione ispettiva presso la residenza dei molisani, i due sono stati accompagnati presso il Nucleo Investigativo di Gallipoli, dove per diverse ore sono stati interrogati. I carabinieri hanno cercato di chiarire alcune conversazioni telefoniche che, dalla sbobinatura, sarebbero sembrate sospette. Gli isernini, dopo le formalità di rito, sono tornati a casa: al momento, non risulterebbero tra indagati, ma la verifica dei contatti telefonici poco chiari prosgue. A suscitare l’attenzione degli investigatori, alcune conversazioni riguardanti lo scambio di alcuni giocatori.

L’inchiesta ‘Dirty soccer’ ha già portato a una cinquantina di arresti tra calciatori, allenatori, dirigenti e presidenti di club. Arresti e perquisizioni in 21 province italiane, tra Calabria, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Toscana, Liguria, Veneto e Lombardia. Il capo d’accusa è associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, aggravata dall’associazione mafiosa su alcuni presunti match truccati. Partite sulle quali si riversavano ingenti somme di danaro in scommesse, dalle quali erano seguiti i 50 arresti e l’iscrizione nel registro degli indagati di 70 persone, anche di nazionalità estera. Gli investigatori, in alcune intercettazioni ambientali e telefoniche, hanno scoperto il coinvolgimento diretto della ‘ndrangheta nel predeterminare a tavolino i risultati di numerosi incontri di Lega Pro e Serie D. L’organizzazione criminale forniva i soldi per corrompere i calciatori e aggiustare i risultati.

Le persone coinvolte, secondo la Dda, sarebbero a libro paga della cosca Iannazzo di Lamezia Terme, che controllava il risultato di numerosi match, ancora sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti. Oltre trenta le società sportive coinvolte, tra cui il San Severo, l’Andria, il Neapolis, la Cremonese, la Puteolana, il Savona, l’Akragas, il Brindisi, L’Aquila, la Torres, il Santarcangelo, la Juve Stabia, il Pro Patria, il Monza, il Barletta, la Vigor Lamezia, il Sorrento, il Montalto, il Pisa.

Tra gli arrestati figurano anche alcune vecchie conoscenze del calcio nostrano, come l’ex direttore sportivo del Campobasso Vincenzo Nucifora, che nella stagione 2009/2010, in serie D, diresse il mercato estivo della squadra molisana. La sua esperienza fu breve: infatti, dopo pochi mesi, cambiò aria. L’altra è l’ex calciatore dell’Isernia Emanuele Marzocchi, centrocampista partenopeo che vestì la maglia dell’Isernia da giovanissimo, nella stagione 2002/2003, quando contribuì alla promozione della formazione dalla serie D all’allora C2. Non solo: nell’inchiesta figurano anche il fratello e il padre paganese dell’ex allenatore dell’Isernia nel 2014, Michele Califano.

Sul caso, nei giorni scorsi, è intervenuto finanche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Che mafie di varia natura cerchino di modificare il risultato delle partite e di lucrare sulle scommesse è una vergogna. Questa metastasi va estirpata con severità e rapidità. Non possiamo accettare – aveva ammonito – che la bellezza dello sport, la crescita dei giovani e un divertimento degli italiani vengano così stravolti e sporcati. Le istituzioni dello sport non devono commettere alcun errore di sottovalutazione”.
Intanto, è di queste ore la notizia che la Lega Pro si costituirà parte civile nell’ambito dell’inchiesta. La decisione è stata presa a seguito di una riunione del Consiglio direttivo avvenuta ieri pomeriggio a Firenze e presieduta dai vicepresidenti Archimede Pitrolo e Antonio Rizzo.

 

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