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Legge elettorale, scontro tra Frattura e Leva sul voto disgiunto

Il governatore ha proposto l’eliminazione della preferenza incrociata, che per il parlamentare molisano rappresenta una garanzia, non barattabile, di libertà di scelta per gli elettori


CAMPOBASSO. Legge elettorale, scontro tra il governatore Paolo di Laura Frattura e il deputato Danilo Leva sul voto ‘incrociato’. Tema del contendere la cornice della nuova legge elettorale, trasmessa da Frattura al presidente del Consiglio Vincenzo Cotugno e illustrata in grandi linee durante la trasmissione di Teleregione ‘Conto alla rovescia’. Due circoscrizioni, come oggi, corrispondenti ai territori delle province di Campobasso e Isernia. E rappresentanza in aula sulla base della partecipazione degli elettori dei collegi, ha precisato il governatore intervistato da Pasqualino Damiani.

Poi l’elemento che ha scatenato la polemica. La proposta di Frattura di eliminazione del voto ‘incrociato’, quello degli elettori che votano il candidato presidente di uno schieramento e il candidato consigliere di un altro schieramento. In un’ottica di sistema proporzionale con premio di maggioranza, con soglia di sbarramento alta per le coalizioni e bassa per i partiti che si presentano da solo.

Proposta divergente rispetto alle altre due pdl già presentate a Palazzo D’Aimmo. Quella di iniziativa dei consiglieri Niro, Di Pietro e Sabusco (che prevede il collegio unico) e all’idea di Scarabeo, Totaro e Lattanzio (tre collegi e mantenimento del voto disgiunto). Un tema, quello della legge elettorale, che per Frattura rappresenta uno snodo della legislatura, tanto da considerare “l’interruzione anticipata del mandato – ha dichiarato in tivù – se non si dovesse essere in condizione di approvare la legge elettorale”.

Veemente la reazione di Leva. “In una regione piccola come il Molise – ha scritto in un post su Facebook il parlamentare del movimento Democratico e Progressisti – in cui le clientele spesso condizionano i risultati elettorali, il voto disgiunto garantisce la libertà di scelta degli elettori. Non va eliminato. Qualsiasi riforma elettorale deve poter garantire tale principio non barattabile. Frattura pensa che saranno le alchimie come l’eliminazione del voto disgiunto o delle primarie a risolvere i suoi problemi. Il potere – ha concluso Leva – quando si trasforma in mero esercizio di palazzo diventa solo uno strumento di perpetuazione di se stessi”.

Chiaro il riferimento alla presa di posizione di Frattura che, c’è da dire, ha detto di essere favorevole alle primarie. Consultazioni popolari nelle quali, nel 2011, era stato nominato candidato premier della coalizione di centrosinistra. Prima dello scioglimento anticipato dell’ultima legislatura Iorio e l’indicazione del suo nome nel 2012, non dalle consultazioni popolari, ma dal tavolo della trattativa.

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