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Palazzo Magno al voto: centrodestra già con due liste, Battista rischia un Consiglio di ‘nemici’

antonio battista foto pmMa, a questo giro di valzer, non sarà tanto facile passare da uno schieramento all’altro, così come è sempre avvenuto fra iniziali polemiche, subito dimenticate. L’attualità politica evidenzia, giorno dopo giorno, una distanza siderale anche con il recente passato; si impone una precisa e attenta valutazione degli umori dell’elettorato, ormai sempre più “fluido”, che reagisce di “pancia” e che, quindi, può riservare sorprese inaspettate.

Nel centrodestra, oggetto del desiderio politico di parecchi attuali esponenti del centrosinistra, si starebbe pensando ad una sorta di termine ultimo per consentire agli “indecisi” di aderire allo schieramento opposto. E questo potrebbe coincidere proprio con la data delle elezioni provinciali. Al massimo agli inizi di dicembre. Ma comunque, il recinto si dovrà chiudere. E in tempi non troppo dilatati.

Il discorso riguarda tutti quelli che intenderanno sostenere il candidato di centrodestra, attuali assessori o consiglieri. Ma il problema si pone principalmente per i componenti della Giunta, che hanno – e continuano a farlo – condiviso l’operato del sindaco e quindi le scelte del centrosinistra.
Il rischio boomerang è altissimo: risulterebbe assai difficile se non incomprensibile per l’elettore – nel contesto politico attuale – assegnare la propria preferenza a chi, fino all’ultimo giorno utile, è rimasto nella squadra di Battista.

Si dirà: i molisani sono abituati a questo andazzo, succede ad ogni tornata elettorale. Ma questa volta la variabile è rappresentata dagli scenari politici completamenti stravolti, evidenziati bene dai risultati delle Regionali e delle Politiche. Fare finta di nulla, continuare a ragionare con un occhio al passato non tenendo presenti quanto siano cambiate le modalità di reazione degli elettori sarebbe un rischio troppo alto da correre.

Sciogliere le riserve con largo anticipo garantirebbe quanto meno un minore impatto sull’elettorato ma, di contro, rappresenterà un percorso difficile da digerire per chi lo dovrà compiere. In parole povere, per gli assessori e per chi ricopre una carica istituzionale in seno al Consiglio comunale, significa dimissioni. Mollare tutto, con almeno 5 mesi di anticipo sulla scadenza naturale. E aspettare che poi il miracolo si compia di nuovo.

lusa

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