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Criminalità a Isernia, il Comitato per la sicurezza: “Nessun allarme. Le denunce segno di fiducia nelle istituzioni”

Summit in prefettura per analizzare i dati forniti da IlSole24Ore, da cui emergerebbe l’assenza di criminalità organizzata e di altri segnali preoccupanti. La propensione dei cittadini alla segnalazione di reati sarebbe sintomo della mancanza di omertà


ISERNIA. All’indomani della pubblicazione da parte del Sole24Ore del Rapporto Criminalità, redatto sulla base dei dati forniti dal Ministero dell’Interno, e che ha ‘assegnato’ alla città di Isernia un ‘triste’ riconoscimento per il numero di reati registrati, si è svolta in Prefettura una riunione del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduta dal prefetto Fernando Guida, cui ha partecipato, insieme ai vertici delle forze dell’ordine, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Isernia, Carlo Fucci.

Un summit volto ad analizzare i dati, riferiti al 2017, al fine di stabilire quanto è stato già fatto e per rafforzare i controlli in futuro.

Come si evince dal numero di denunce per ogni 100.000 abitanti, la provincia di Isernia risulterebbe al secondo posto della classifica nazionale per quanto concerne il reato di usura ed al terzo posto per quello di estorsione.
In particolare, per quest’ultimo reato, il Comitato ha rilevato come “non possa non tenersi in debita considerazione che, le Forze di Polizia hanno intensificato le indagini in materia assestando un duro colpo, con l’operazione denominata “Black money”, ad una banda di sei nomadi di etnia rom accusati di reati contro il patrimonio e per i quali oggi sono in corso di esecuzione ordinanze di custodia cautelare in carcere.
A seguito di questa ed altre operazioni delle Forze dell’Ordine, questo tipo di reato è quasi scomparso nel primo semestre dell’anno in corso, durante il quale si è registrata una sola denuncia di estorsione”.

Per quanto concerne, invece, l’usura, che registra nell’anno 2017 soltanto due denunce confermando il trend pressoché identico degli anni precedenti, nel corso dell’incontro è stato evidenziato che “entrambi i casi sono riconducibili all’usura bancaria, la cui emersione è stimolata e favorita dall’accesso al fondo di solidarietà per le vittime”.

Dall’analisi complessiva dei dati e delle singole denunce, pertanto, “non emergerebbero segnali particolarmente allarmanti, né la sussistenza di reati spia, come incendi, danneggiamenti e furti, sintomatici della presenza di criminalità organizzata, com’è confermato anche dagli stessi dati pubblicati dal Sole 24 Ore, secondo cui la Provincia di Isernia è all’ultimo posto in Italia per la criminalità organizzata.

In conclusione, il Comitato ha sottolineato che i reati sarebbero addirittura in diminuzione e che “l’alta propensione alla denuncia da parte degli isernini è segno della piena fiducia nelle Istituzioni e del fatto che l’assenza di criminalità organizzata in provincia fa sì che non attecchisca quella omertà che in altre Regioni impedisce l’emersione del fenomeno”.

 

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