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Comunali, il diktat di Salvini gela Romagnuolo e Calenda: non ci sediamo al tavolo con loro

Il leader della Lega invita i suoi a disertare le riunioni del centrodestra aperte alla partecipazione delle due ex ‘pasionarie’ del Carroccio. Niro lancia le Primarie, che piacciono ai civici ma non agli altri partiti, mentre in vista delle elezioni continuano i ‘salti della quaglia’ e i riposizionamenti politici


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. Un diktat. Preciso. Arrivato direttamente dal ‘capitano’. Matteo Salvini entra a gamba tesa nelle trattative per l’individuazione del candidato sindaco di Campobasso. E con una telefonata arrivata a poche ore dall’inizio dell’incontro invita i suoi a non partecipare al tavolo del centrodestra.

Non andiamo alla riunione se al tavolo sono sedute anche Aida Romagnuolo e Mena Calenda”. Ecco spiegata l’assenza della Lega al vertice di lunedì sera, che potrebbe disertare anche le prossime riunioni in programma.

Un messaggio, “o noi o loro”, che più che alle due ex ‘pasionarie’ della Lega, cacciate dal ‘Carroccio’ dopo aver chiesto la ‘testa’ dell’assessore regionale Luigi Mazzuto e promotrici del nuovo soggetto politico ‘Prima il Molise’, è rivolto agli alleati del centrodestra e al governatore Donato Toma, coinvolto in prima persona nella trattativa. E già chiamato a fare i conti con una maggioranza che a Palazzo D’Aimmo vacilla. Proprio per la posizione di Romagnuolo e Calenda.

Un diktat che arriva dal leader nazionale di un partito in continua crescita. Che complica quindi la trattativa, dopo la decisione della coalizione di aprire alle civiche. Da qui la decisione di rinviare anche l’indicazione dei candidati sindaco, che ogni partito avrebbe dovuto fare, per cercare di trovare la quadra.

Un’impasse che il leader dei Popolari per l’Italia Vincenzo Niro ha suggerito di superare con l’indizione delle Primarie di centrodestra. Soluzione che piace alle civiche – Marialaura Cancellario di Democrazia popolare le aveva chieste settimane fa – ma che non convince Forza Italia, Fratelli d’Italia e neppure la Lega. Che vogliono che il candidato sindaco esca dalla trattativa.

I nomi sul tavolo sono sempre gli stessi, dal presidente dell’Acem Corrado Di Niro, sostenuto oltre che dalle liste riconducibili a lui direttamente anche dai moderati, il presidente della Cassa nazionale forense Nunzio Luciano, il consigliere comunale Francesco Pilone, il medico Gianfranco Piano, l’ex assessore Aldo De Benedittis. L’unica cosa certa, pur nell’apertura alla società civile, che resta possibile è la connotazione politica: marcatamente di centrodestra. Vale a dire no ai transfughi.

Che invece nelle liste, come aspiranti consiglieri, saranno presenti in abbondanza. Provenienti, si torna a dire, anche dalla Giunta. Da chi solo due mesi fa ha firmato la fiducia ad Antonio Battista.

Per i consiglieri è più semplice: si passa dal centrosinistra al centrodestra. Con quello che nel linguaggio politico è definito “salto della quaglia”. Facendo riferimento alla capacità che ha la quaglia nell’ingannare cani e ‘doppiette’ durante una battuta di caccia. Cambiando improvvisamente direzione di corsa. Con un depistaggio rivolto anche agli elettori. Chiamati a votare il candidato. Dovunque si presenti. Ovviamente sul carro del vincitore.

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