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A Isernia impresa e sociale producono lavoro facendo del bene: ‘Adotta un posto in Lai’, l’esempio dell’azienda Izzi

La consapevolezza dei ragazzi nel sostanziale cambiamento della loro condizione, grazie al lavoro, è importante, ma non è l’unico aspetto da considerare. Santoro spiega che “loro sanno tutta la loro trafila, il proprio percorso: sono estremamente consapevoli. C’è Nicandro, per esempio, un ragazzo down che sta con noi con un progetto di alternanza scuola-lavoro: ha fatto 5 anni di scuola superiore, si è diplomato nel 2018, e ora è assunto direttamente dalla cooperativa in un progetto con il Ministero. Lui adesso è diventato tutor dei disabili che fanno l’alternanza in Lai. Queste sono cose che hanno un significato di profondità, non economico e basta. Ma va valutato tutto caso per caso. Bisogna valutare le problematiche dei ragazzi, perché non tutti riescono ad essere produttivi in ogni ambiente. Qualcuno qui dentro potrebbe avere le chiavi e fare tutto, fuori da queste mura piange di continuo e non ce la a far nulla. Un altro ragazzo, nell’azienda dove lavora, usava la chiavetta per il distributore di cibi e bevande per mangiare cornetti e dolciumi senza freni e gliel’hanno dovuta togliere. Ma l’altro giorno era il suo turno di giardinaggio, ad esempio, dove lavora benissimo: il giardinaggio è un laboratorio, nella nostra ottica. Usiamo i laboratori per insegnare ai ragazzi come si lavora a livello tecnico, il guadagno di vendita è secondario”.

lai1Tante le attività svolte dai soci della Lai, che si affiancano alla produzione del miele, alla lavorazione della ceramica e alla creazione di oggetti di artigianato artistico, pur se tra mille difficoltà. “Con l’orto, per esempio, abbiamo spese per decine di migliaia di euro l’anno ma reddito zero – spiega Santoro – E abbiamo dovuto rinunciare a commissioni regionali che mi chiedono 5mila pezzi di ceramica entro 30 giorni. Sono numeri e costi che non riusciamo a sostenere. Però abbiamo avuto tante soddisfazioni. Come sull’agricoltura sociale, siamo riusciti a fare salvaguardia del territorio recuperando terreni ormai abbandonati, ripulendoli e rimettendoli in funzione come orti”.

Ma torniamo nello specifico all’adozione del posto di lavoro. Un’iniziativa lodevole, che secondo Izzi è destinata a dare benefici a tutti: sia ai soci della cooperativa, sia a chi offre loro l’opportunità di ottenere un’assunzione. “Il mio sogno è che ci possa essere una sorta di ‘contaminazione’ tra la Izzi e la Lai – afferma l’imprenditore – con attività specifiche delegate ai ragazzi. Innanzitutto, perché loro hanno tanto da dare dal punto di vista umano. Io credo che il modo più semplice di educare all’integrazione sia far vivere insieme i ragazzi. Senza preconcetti, come i bambini a scuola. Dobbiamo favorire quelle situazioni in cui il valore generato da un’iniziativa come la nostra venga messo a beneficio di altri. Questo lo vedo in prospettiva, come un percorso: dobbiamo pensare anche al Centro per l’impiego, che non è preparato. Sarebbe bello pensare a una convenzione a tre tra aziende, Centro per l’impiego e cooperative sociali: la mia azienda non ha il centralino per cui riesco a dare lavoro a un cieco, per esempio. Parliamoci chiaro, la cosa più importante per una persona è avere il lavoro, perché nel lavoro si mette a frutto tutto quello che si è, la persona emerge in quello che fa, perciò sarebbe bello che a livello locale, ma magari anche nazionale, si possa avere la possibilità di una convenzione. Mi rendo conto che bisogna essere molto competenti nell’inserimento lavorativo di una persona che ha un qualunque tipo di disabilità, perché bisogna essere dei professionisti del campo. Se tu dai l’opportunità di fare del bene a una qualsiasi persona è difficile che questa si sottragga. È una cosa che abbiamo scritta nel DNA, tutti gli uomini: solo che spesso succede che non ci sia la possibilità di fare qualcosa per il prossimo”.

Izzi, da bravo imprenditore qual è, guarda avanti e pensa in grande. “Ora sono loro, i ragazzi della Lai e Nino stesso, che hanno un po’ adottato me. Nella cooperativa Lai ci sono 25 ragazzi, e sarebbe un sogno che si realizza vederli impiegati e impegnati, con una busta paga anche di 100 euro al mese; pochi, che però hanno un valore immenso. L’apertura che ho fatto a Nino è stata questa – conclude – Mi voglio mettere a disposizione anche nel coinvolgere altri imprenditori, iniziamo un cammino insieme. Dobbiamo avere un obiettivo ambizioso, un sogno: quello di avere tutti i ragazzi della Lai assunti. E lo avremo, ce la faremo”.

PR e PBA

 

 

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