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Centrodestra, crisi di fine agosto. Patriciello contro Tartaglione: violato un patto, metodo che non mi appartiene

Da un lato Alfredo Ricci, fin da subito indicato come gradito al governatore Toma; dall’altro il primo cittadino di Frosolone, alla guida del Comune altomolisano da fine maggio. Felice Ianiro, spinto per la guida di via Berta dai Popolari per l’Italia (Vincenzo Niro, Andrea Di Lucente e Antonio Tedeschi), dall’Udc (ma solo quello vicino a Salvatore Micone) e da parte di Forza Italia (l’area patricielliana).

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Le due correnti interne al centrodestra hanno quindi iniziato la personale battaglia per la conquista dei voti degli amministratori ma, a rigor di logica, Alfredo Ricci avrebbe dovuto essere il candidato ‘ufficiale’ del centrodestra in forza della designazione che porta la firma (simbolica) di Annaelsa Tartaglione, coordinatrice regionale di Forza Italia, del presidente della Regione, della federazione Meloni-Fitto (quindi Pallante, Scarabeo e Iorio) e della Lega.

Patriciello, che assieme a Niro e Micone, ha fortemente voluto la candidatura del sindaco Ianiro, non le manda a dire, riportando indietro le lancette della politica quel ‘duello al calor bianco’ che lo vede protagonista, da anni, contro Michele Iorio.

Sul tavolo un accordo politico preso e non rispettato. Soprattutto da Forza Italia, attacca a testa bassa Patriciello.

“Ci si intesta una vittoria per nascondere una sconfitta – dice Patriciello -; sulle ultime elezioni provinciali a Isernia ho letto in queste ore rivendicazioni politiche e ricostruzioni dei fatti a dir poco fantasiose. Un vecchio modo di fare e intendere la politica, insomma. Al di là delle dichiarazioni estemporanee e miopi che lasciano il tempo che trovano, credo sia chiaro a tutti che a vincere è stata la sinistra.

Ma per vincere occorre sempre qualcuno che perda. E in questo caso, a perdere, è stato il centrodestra, o quanto meno quella parte che, violando l’accordo raggiunto sul nome di Ianiro, ha finito per votare il candidato votato dall’intera sinistra, la cui compattezza è stata determinante ai fini dell’esito elettorale. Niente contro il neo presidente Ricci – rimarca Patriciello – cui ho già rivolto gli auguri di buon lavoro, ci mancherebbe. Ma c’è poco da esultare, a mio avviso: la fuga in avanti di chi è venuto meno ad un accordo è una brutta pagina politica, un atteggiamento che risponde più a logiche personali che non all’interesse politico del centrodestra.

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In tali occasioni serve estrema chiarezza – ‘ruggisce’ ancora Patriciello -: il modello con cui ha agito in questa occasione Forza Italia è un modello che non mi appartiene.

Per il futuro niente sarà più come prima. E bene ha fatto Niro, a cui si deve riconoscere il grande lavoro che sta svolgendo sul territorio – come anche il presidente Micone -, a chiedere spiegazioni. Lo dico come semplice cittadino, come esponente del partito nonché come parlamentare europeo di questo territorio, eletto grazie alle tantissime preferenze che mi hanno consentito di essere il secondo più votato d’Italia, dopo Berlusconi, e non perché semplicemente baciato dalla fortuna” conclude, con una stilettata evidente.

L.S.

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