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Il grido d’aiuto di fotografi e videomaker molisani: noi esclusi dai prestiti Finmolise, la stagione lavorativa è fallita

In una lettera rivolta al governo regionale la categoria professionale sottolinea come, pur essendo inquadrata dai Dpcm tra i servizi essenziali e di prima necessità, gli studi siano stati responsabilmente chiusi: ma questo, senza le giuste tutele, comporta una pesante ricaduta economica sull’intero settore


CAMPOBASSO/ISERNIA. I provvedimenti restrittivi che sono stati decisi in queste settimane dal Governo e dalla Regione Molise, al fine di sconfiggere il terribile COVID-19, iniziano a dare i loro primi risultati – seppure ancora timidi – sul piano sanitario.

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Purtroppo, gli effetti collaterali che scaturiranno dal lungo fermo a cui sono state costrette le diverse attività artigiane, faranno forse più ‘vittime’ della malattia stessa. Su queste premesse si basa la lettera inviata da fotografi e video operatori del Molise al presidente della Regione, Donato Toma, per portare l’attenzione su queste categorie colpite dall’annullamento di tantissimi eventi.

In particolare, nella missiva si fa riferimento alla categoria dei fotografi professionisti per cerimonia con codice Ateco 74.20.19 e simili (produzione di servizi fotografici per fini commerciali e amatoriali: ritratti fotografici quali foto formato tessera, foto scolastiche, servizi per matrimoni eccetera, foto pubblicitarie, per pubblicazioni, per servizi di moda, a scopo di promozione immobiliare o turistica, videoregistrazione di eventi: matrimoni, meeting eccetera) e si fa notare come questa rientri, “in modo del tutto anomalo e fuorviante”, nelle categorie essenziali e di prima necessità ai sensi del Dpcm dell’8 marzo e successivi e come indicato anche dalle Faq del Governo.

“Ciononostante – si legge nella lettera – pur non avendo alcuna limitazione riguardo l’apertura dei singoli studi fotografici, la suddetta categoria, per un forte senso di responsabilità nei confronti dell’intera comunità, ha ritenuto di tenere chiusi gli studi, a tutela e salvaguardia della salute di tutte le maestranze del settore e degli eventuali clienti”.

“A tale proposito, però, non riusciamo a spiegarci il perché siamo stati esclusi dal bando regionale di concessione del prestito di 5000 euro tramite Finmolise, visto che nei requisiti si richiede che il proprio codice rientri tra le attività sospese. La realtà, come spiegato sopra, è a volte più complessa e, forse, sarebbe stato più equo richiedere all’impresa beneficiaria del prestito una autocertificazione relativa al calo di fatturato, come, peraltro, attuato dagli istituti di credito in merito alla sospensione delle rate di mutui e finanziamenti”, si domandano gli autori a nome della categoria interessata.

“In fondo – proseguono – la categoria artigiana che è specializzata al 90% in riprese di avvenimenti privati di cerimonia, quali matrimoni e cerimonie, che sono state sospese, dovrà prendere atto del fallimento dell’intera stagione lavorativa, con consequenziali e forti danni economici, che non potranno essere superati né nel breve, né nel medio termine. Nei prossimi mesi non si potranno più organizzare certamente feste, se non ci si potrà abbracciare, come abitualmente accadeva prima del COVID-19, nel rispetto del distanziamento sociale – sottolineano i foto e video operatori – Pertanto, nessuno penserà di sposarsi o di festeggiare la prima comunione di un figlio e, quindi, tutti gli impegni programmati saranno sistematicamente annullati, come già sta accadendo in queste settimane”, concludono gli autori della lettera, pregando il Governatore di prendere in considerazione la questione.

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