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Coronavirus, non è la peggiore pandemia di sempre ma il lockdown globale è il primo della storia

Gli esiti di uno studio condotto da Deutsche Bank, che evidenzia proprio gli effetti positivi delle misure di contenimento adottate


Nonostante la necessità di ricorrere finanche alle fosse comuni nelle principali città del mondo per far fronte ai decessi causati dal coronavirus, quella attuale non sarebbe la pandemia peggiore di sempre.
Anzi, a confronto con le 27 peggiori crisi epidemiche degli ultimi duemila anni della storia dell’uomo, si collocherebbe addirittura agli ultimi posti per tasso di mortalità.
Questo quanto rivela uno studio di Deutsche Bank, – i cui esiti sono stati riportati in sintesi da TgCom24 – la cui indagine prende le mosse dalla peste antonina del II secolo d.C. fino ai giorni nostri.

L’epidemia che ha mietuto più vittime risulta essere la peste nera del 1.300, che sterminò il 40% della popolazione, seguita, per numero di morti, dalla peste di Giustiniano nel VI secolo d.C., con il 28%.

“Se la peste antonina, – si legge – una pandemia di vaiolo o morbillo o forse tifo, diffusa nei confini dell’impero romano dai soldati di ritorno dalle campagne contro i Parti, imperversò per quasi 30 anni, registrando tra i 5 e i 30 milioni di morti, mentre, con le dovute proporzioni, un secolo fa l’influenza spagnola registrò un tasso di mortalità del 2,73%, lo studio di Deutsche Bank pone – come su detto – l’attuale emergenza sanitaria agli ultimi posti tra le 27 crisi epidemiche della storia dell’umanità”.

La ricerca ha valutato le differenze tra passato e presente in termini di: aumento della popolazione a livello globale a 7,7 miliardi; progresso del sistema sanitario e miglioramento delle condizioni igieniche ed alimentari. E, in questa situazione, a contenere in maniera significativa i decessi è stato il primo lockdown globale della storia.

In tal modo, a oggi, il tasso di mortalità affidabile del Covid-19 è pari allo 0,002%. Senza le misure di contenimento prese a livello globale, il tasso di mortalità sarebbe stato pari allo 0,23% registrando 17,6 milioni di vittime su tutto il pianeta. La stima – prosegue la ricerca – è stata effettuata prendendo in esame il caso della nave Diamond Princess, dove il tasso di mortalità è stato pari proprio allo 0,23%. Sulla base di quest’ultima percentuale, “l’attuale pandemia diventerebbe così la quinta più letale della storia; in termini relativi, la 13ma”.

L’esempio italiano si è ‘guadagnato’, infine, una citazione a parte: nel Belpaese il rapporto morti/malati va oltre il 12%, ma ciò è conseguenza della sottostima del reale numero di contagiati, nonostante l’elevato numero di tamponi effettuati rispetto al resto del mondo.

 

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