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Coronavirus, il grido d’allarme della Caritas: “In Italia più che raddoppiato il numero dei nuovi poveri”

“Se non agiamo immediatamente, le conseguenze del coronavirus uccideranno più persone della pandemia stessa”. E’ l’allarme lanciato dalla Caritas Internationalis in relazione alla grave crisi umanitaria che sta facendo seguito alla diffusione del virus. La povertà fa paura anche in Italia, dove negli ultimi due mesi è cresciuta enormemente la domanda di beni di prima necessità. Potenziati i servizi dei centri di ascolto con uan grande mobilitazione di volontari da nord a sud


CAMPOBASSO. Occorre pensare alle conseguenze dell’emergenza considerato, ricorda la Caritas,  che “secondo le proiezioni del World Food Programme, in tutto il mondo il numero di persone sull’orlo della fame è destinato a raddoppiare e potrebbe raggiungere quota 230 milioni di persone”.

Tra i continenti preoccupa soprattutto l’Africa, “maggiormente colpito, a causa della mancanza di cibo, come conseguenza diretta del lockdown posto in essere in diversi paesi, nonché di una varietà di disastri naturali quali inondazioni, siccità, invasione di locuste, raccolti scarsi. C’è poi il problema dei migranti, degli sfollati interni, dei rifugiati e dei rimpatriati. “I migranti irregolari sono un’altra comunità particolarmente esposta, perché non rientra in nessuna delle categorie che possono ottenere aiuti”.

In Italia, sulla base di una rilevazione effettuata tra il 9 e il 24 Aprile scorsi e che ha interessato 101 Caritas diocesane dislocate su tutto il territorio nazionale,  sono emersi dati che confermano un incremento delle situazioni di povertà e di disagio economico e di conseguenza un aumento di famiglie che sperimentano difficoltà materiali legate alla totale o parziale assenza di reddito

Il dato non sorprende troppo, se si pensa che in Italia – secondo l’Istat – il 62% delle famiglie non riesce a risparmiare ed accantonare alcunché a fine mese e che il 36% dei nuclei non è in grado di far fronte ad una spesa imprevista di 800 euro circa. L’attuale emergenza sanitaria mette poi a dura prova, inevitabilmente, anche l’occupazione.

Il 98% delle Caritas diocesane registra un incremento dei bisogni occupazionali riguardanti soprattutto chi, prima dell’emergenza, poteva contare su un impiego precario, stagionale o magari irregolare, o ancora i piccoli commercianti, i giostrai o i circensi costretti alla stanzialità, o chi era già in uno stato di disoccupazione. Accanto alle fragilità economiche, i dati evidenziano anche un accentuarsi delle problematiche familiari (in termini di conflittualità di coppia, violenza, conflittualità genitori-figli, difficoltà di accudimento dei bambini piccoli o altri familiari), dei bisogni legati alla salute, in modo particolare del disagio psicologico e psichico. Inoltre si registra un incremento di nuovi bisogni, come quelli legati a problemi di solitudine, relazionali, ansie, paure del futuro e disorientamento.

Così il numero dei “nuovi poveri” risulta più che raddoppiato rispetto alla situazione di pre-emergenza (si è registrato un incremento del +105%). In termini assoluti, tra marzo e aprile, i nuovi “volti” incontrati dalle Caritas (partecipanti alla rilevazione) sono stati oltre 38.500, una media di circa 470 nuovi assistiti per ciascuna diocesi. Rispetto alle richieste, si evidenzia soprattutto un aumento delle domande di beni e servizi materiali (in particolare cibo e beni di prima necessità), di sussidi ed aiuti economici (a supporto della spesa o del pagamento di bollette e affitti), del sostegno socio-assistenziale (assistenza a domicilio, compagnia, assistenza anziani), lavoro e alloggio. Cresce anche la domanda di orientamento riguardo alle misure di sostegno, per lo più pubbliche, messe in campo per fronteggiare l’emergenza sanitaria, così come la richiesta di aiuto nella compilazione delle domande.

Per frotneggiare l’emergenza sociale le Caritas hanno attivato “nuovi servizi legati all’ascolto e all’accompagnamento telefonico che ha supportato sino ad oggi oltre 22mila famiglie; la fornitura dei pasti in modalità da asporto o con consegne a domicilio di cui hanno beneficiato circa 56.500 persone; il potenziamento di empori/market solidali, o ancora la fornitura di dispositivi di protezione individuale e igienizzanti (i beneficiari sono stati circa 290mila); le iniziative a supporto della didattica a distanza (fornitura di tablet, pc), l’assistenza ai senza dimora (rimodulata per garantire gli standard di sicurezza), le mense, l’acquisto di farmaci e prodotti sanitari o i servizi di supporto psicologico.

A questi interventi – spiegano dalla Caritas – si aggiungono poi anche alcune esperienze inedite come quella denominata #TiChiamoio, nata per offrire vicinanza, seppur solo telefonica, alle persone accompagnate nei centri di ascolto. Una vivacità di iniziative e opere realizzate grazie alla disponibilità di centinaia di migliaia di volontari e operatori che non hanno fatto mancare il loro impegno quotidiano, la loro prossimità e generosità verso i più poveri, anche durante questa pandemia; la stessa – conclude la Caritas –  che ha fatto registrare casi di contagi e decessi anche tra loro”. 

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