Tra Angelo Giustini e Ida Grossi si è consumata una rottura inaspettata ma che è destinata a non condizionare il progetto per il quale si sta battendo il generale. Spetterà ora al Ministero della Salute valutare le due proposte trasmesse dal Molise ed è evidente che una eventuale indicazione favorevole del dicastero guidato da Roberto Speranza al potenziamento del Cardarelli, così come auspicato dal duo Toma-Florenzano, suonerebbe come una sfiducia del governo al suo commissario in regione, così come al Partito Democratico e al Movimento 5 Stelle, le due forze politiche alleate a Roma e che a livello locale hanno sostenuto in pieno la linea Giustini
CAMPOBASSO. Sull’invio dei progetti per l’ottenimento dei fondi straordinari da destinare all’ospedalità pubblica in funzione dell’emergenza Covid, si è consumata non solo la rottura, ampiamente prevista, tra governo regionale e Asrem da una parte e commissario ad acta dall’altra, ma si è determinata una divisione anche all’interno della stessa struttura commissariale.
Il generale Angelo Giustini, nel suo ruolo di commissario alla sanità in Molise, ha firmato di suo pugno e trasmesso lo sorso 16 giugno al Ministero della Salute il progetto per l’attivazione del Covid Hospital e del Dipartimento interregionale/I.R.C.C.S. per la cura delle malattie infettive al Vietri di Larino. Al contrario la sub-commissaria Ida Grossi ha sottoscritto la proposta progettuale del governatore Toma e dei vertici Asrem e finalizzata ad adeguare l’ala ex Hospice dell’Ospedale Cardarelli per farla diventare centro per pazienti Covid. Una diversità di posizione che seppure è destinata a non condizionare la validità del progetto Giustini, a cui in qualità di commissario compete la programmazione sanitaria, dall’altra sorprende proprio perché era inaspettata.
Abbiamo provato a chiedere spiegazioni direttamente alla sub-commissaria Grossi che, senza smentire la notizia della sua firma in calce al progetto targato Toma-Florenzano, non ha voluto rilasciare dichiarazioni e spiegare i motivi per i quali ha agito diversamente dal commissario, richiamandosi al rispetto delle indicazioni fornite dal Ministero e che le impediscono di rilasciare dichiarazioni alla stampa.
E’ importante capire cosa deciderà il Ministero della Salute in relazione alle due proposte trasmesse dal Molise. Un eventuale parere favorevole alla proposta del governatore Toma e del direttore generale dell’Asrem Florenzano, equivarrebbe di fatto a una sfiducia del governo nei confronti di Giustini che ha puntato tutto sul rilancio del nosocomio frentano, e nello stesso tempo sarebbe una batosta inflitta alle due forze politiche principali che a livello locale hanno spostato l’idea del commissario ad acta: il Movimento 5 Stelle da una parte e il Partito Democratico dall’altra, entrambe alleate a Roma. In definitiva la partita che si sta giocando sul destino della sanità molisana è soprattutto politica e per questo ora tutte le pressioni dal livello locale sono indirizzate sul Ministero.
E proprio a Roma in queste ore si trova il segretario regionale del PD Vittorino Facciolla. Nella sua agenda è previsto un incontro pomeridiano con il Sottosegretario alla sanità Sandra Zampa, che è anche esponente del Partito Democratico. Facciolla, come aveva già preannunciato nei giorni scorsi, la informerà della situazione che si è venuta a creare in Molise e dei continui ostacoli posti da Toma alla realizzazione del progetto Covid Hospital regionale al Vietri, auspicato da almeno 110 dei 136 sindaci del territorio regionale.
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