HomeNotizieCULTURA & SPETTACOLICarlo Montuori da Casacalenda, una leggenda del cinema italiano

Carlo Montuori da Casacalenda, una leggenda del cinema italiano

Il direttore della fotografia che visse la settima arte con i grandi del Neorealismo


di Alessandra Gioielli

 Carlo Luigi Montuori nacque a Casacalenda il 3 agosto 1883, da Eugenio e da Giuseppina Pietrantonio. Apparteneva a una famiglia d’origine molisana che si è fatta apprezzare in ambito nazionale: suo figlio Mario (1920-1997), seguendo le orme paterne, divenne anch’egli uno stimato direttore della fotografia cinematografica; suo fratello Francesco (1875-1940) fu prefetto di Roma; e suo nipote Eugenio (1907-1982) è stato un architetto di fama.

A dodici anni Carlo Montuori si trasferì a Milano, dove viveva uno zio fotografo e pittore. Frequentò il Politecnico e poi studiò presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Quindi, iniziò la carriera cinematografica, affermandosi come uno dei primi operatori e direttori della fotografia in Italia. La sua filmografia ebbe inizio nel 1914 con La fuga dei diamanti e già nel biennio successivo i film La doppia ferita (1915) e La signorina Ciclone (1916) suscitarono l’interesse del mondo della celluloide per gli inediti effetti fotografici e per le originali riprese.

Dopo la grande guerra, la crisi del cinema italiano dei primi anni venti comportò la chiusura di molte case produttrici e costrinse Montuori a un’attività occasionale in giro per l’Italia. Egli si stabilì infine a Roma, dove era ormai concentrata gran parte della produzione cinematografica nazionale e dove ridiede slancio al suo impegno artistico, che negli anni trenta e quaranta gli garantì un ruolo di primo piano e lo portò a firmare le immagini di numerosi film, operando con quasi tutti i principali registi dell’epoca: Camerini, Blasetti, Soldati, Mattoli, Bragaglia, per citarne solo alcuni.

Nel secondo dopoguerra, Montuori ebbe importanti esperienze nel cinema neorealista, come quella d’un capolavoro assoluto: Ladri di biciclette (1948), che gli valse il «Nastro d’argento» per la fotografia e che contrassegnò un prestigioso sodalizio con Vittorio De Sica, con cui lavorò in altri due film: L’oro di Napoli (1954) e Il tetto (1955). Non meno prestigiose furono le collaborazioni con Pietro Germi (Gioventù perduta, 1947; La città si difende, 1951), Luigi Zampa (Vivere in pace, 1947; Anni difficili, 1948; Campane a martello, 1949; Cuori senza frontiere, 1950; È più facile che un cammello…, 1950; Signori, in carrozza!, 1951), Stefano Vanzina (Un americano a Roma, 1954), Luigi Comencini (Pane, amore e gelosia, 1954) e Dino Risi (Il segno di Venere, 1955).

Carlo Montuori morì a Roma il 4 marzo 1968, dopo aver lavorato in un numero quasi incalcolabile di pellicole, che hanno visto in scena attori straordinari: Sophia Loren, Totò, Ettore Petrolini, Peppino De Filippo, Eduardo De Filippo, Alberto Sordi, Silvana Mangano, Franca Valeri, Mario Carotenuto, Memmo Carotenuto, Marisa Merlini, Alida Valli, Tina Pica, Raf Vallone, Leopoldo Trieste, Ugo Tognazzi, Paolo Stoppa, Raimondo Vianello, Erminio Macario, Gina Lollobrigida, Aldo Fabrizi e tantissimi altri ancora.

 

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