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Covid, il mondo delle cooperative lancia l’allarme: pazienti fragili a rischio, ecco come intervenire

Le proposte sul modello attuato nelle regioni Piemonte, Veneto e Toscana


CAMPOBASSO. Si mobilita il mondo delle cooperative per richiedere interventi coordinati e urgenti a supporto delle strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie, per anziani e non, e prevenire tra gli ospiti e gli operatori la diffusione del Covid-19.

Con una lettera aperta al presidente della Regione Donato Toma, al direttore generale Oreste Florenzano, ai prefetti di Campobasso e Isernia Maria Guia Federico e Vincenzo Callea e ai tre sindacati Cgil Cisl e Uil, Domenico Calleo di Confcooperative Molise, Agostino De Fenza dell’Agci Molise (l’Associazione Generale Cooperative Italiane Molise) e Chiara Iosue di Legacoop Molise, evidenziano una serie di criticità segnalate loro dai propri associati e, in contemporanea, stilano un elenco di proposte per fronteggiare al meglio l’emergenza.

“Sentiamo la necessità e il dovere – si legge nella missiva – di esternare le diffuse e assai gravi difficoltà che le nostre associate ci segnalano, nel rapporto con i servizi del sistema sanitario regionale dei diversi distretti, per la gestione delle situazioni critiche che quotidianamente si presentano. Segnaliamo una casistica varia e, per molti versi, drammatica:

– la finora mancata applicazione, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni e le richieste esplicite, al sistema sanitario regionale, una attività di screening diretto agli operatori e ospiti delle strutture residenziali;

– la difficoltà ad avere tempestivamente i tamponi per gli ospiti con sintomi o nelle fasi di ingresso in struttura o al loro rientro da visite mediche esterne;

– l’irraggiungibilità di molti medici di famiglia per monitorare lo stato di salute dei propri pazienti ospitati in struttura”.

“A tutto ciò – continuano dal mondo delle cooperative – si somma l’incertezza che vivono i nostri operatori, che come tutti i cittadini, al presentarsi di sintomi incerti e in mancanza di una presa in carico e di una valutazione tempestiva del proprio stato di salute, si trovano in malattia e costretti a quarantene che li portano ad assentarsi dal posto di lavoro, aggravando una situazione di carenza di personale in servizio. Chiediamo con la massima urgenza la definizione e la messa in atto di misure che intervengano immediatamente a superare le criticità segnalate”.

Calleo, De Fenza e Iosue ritengono indispensabili una serie di interventi che garantiscano “la messa a disposizione dei differenti dispositivi di protezione individuali, che sono necessari a garantire l’operatività delle strutture e dei servizi erogati a domicilio per le persone più fragili, anziani in testa. Ciò, anche tenuto conto delle nuove difficoltà di approvvigionamento che si stanno riscontrando e dei prezzi speculativi e immorali che molti fornitori stanno praticando”.

Tra le richieste anche l’erogazione di ristori sulle mancate entrate, causate in particolare dalla richiesta riserva di posti letto per gli eventuali periodi di quarantena anti Covid-19, “a cui le imprese da noi rappresentate stanno ottemperando in ossequio all’attuazione delle diposizioni del Governo nazionale, della Regione, dall’Azienda sanitaria e dall’Istituto superiore di sanità; la formazione degli operatori dell’assistenza domiciliare come supporto agli anzianie ai soggetti che presentano sintomatologia da contagio del Covid-19; un supporto per le strutture che registrano la presenza di soggetti contagiati da Covid-19, prevedendo una fattiva collaborazione con le strutture sanitarie territoriali e i servizi di Assistenza domiciliare integrata (Adi); un supporto economico per le maggiori spese dovute al personale in sostituzione”.

Tali interventi, concludono i rappresentanti delle cooperative, “sono già stati applicati con successo in Piemonte, Veneto e Toscana. È fondamentale che misure similari possano essere attuate anche nella nostra regione, soprattutto, siamo certi della loro drammatica necessità”.

 

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