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Bando per l’assunzione di 30 infermieri, insorgono i sindacati: strumento destinato a fallire

Dura la presa di posizione del presidente di ‘Nursing up’ De Palma in merito agli avvisi pubblicati in Molise e Umbria per la gestione dell’emergenza Covid


ROMA/CAMPOBASSO. Il bando della Protezione Civile per reperire 30 infermieri in Molise per la gestione dell’emergenza Covid finisce nel mirino del sindacato ‘Nursing Up’ insieme a quello pubblicato in Umbria.

“Solo fumo negli occhi e nulla altro – tuona il presidente Antonio De Palma – Un gioco pericoloso si sta consumando a discapito della salute degli italiani e sulla pelle degli infermieri, la colonna portante di questo sistema sanitario, ridotto a brandelli, e di questi 12 mesi di pandemia. Leggendo il contenuto dei due recenti bandi messi in atto dalla Protezione Civile, in Umbria e in Molise, ci rendiamo conto di come, di fronte ai continui decessi di professionisti della sanità, di fronte al perdurante contagiarsi del personale sanitario, nessuno di coloro a cui è riservato il ‘privilegio’ del potere decisionale, in questo caso il Commissario Borrelli, ha imparato la lezione”.

Un vero e proprio caos per le Regioni che, ad avviso del sindacato “si morderanno la coda l’una con l’altra, in un pericoloso gioco al massacro, dove la coperta sarà sempre corta da un lato o da un altro. Perché – sottolinea De Palma – senza assunzioni a tempo indeterminato e senza coinvolgimento di infermieri dipendenti, non saremo mai in grado di sopperire alla mancanza di professionisti necessari per mettere in atto il piano vaccini per arrivare all’immunità di massa.

Ma dove pensate poi che andremo a finire se in Umbria offrono 26 euro lordi a un infermiere, quasi la metà di quanto propongono a un medico, rispetto ad appena 4 euro in più, con tutto il rispetto, per un operatore socio sanitario? Alla faccia della valorizzazione della nostra professione! 

C’era davvero bisogno di questi bandi della Protezione Civile, riservati alle Regioni, brutta copia di quello di Arcuri? Per arrivare a cosa se non le briciole? Quarantadue ore a settimana per gli infermieri, mentre il bando Arcuri ne proponeva 38: in ogni caso questa gente dovrebbe lavorare anche di più di quanto prevede il contratto dei dipendenti della sanità pubblica, cioè 36 ore: e addirittura i bandi mettono anche in preventivo la possibilità di fargli fare straordinari, come se 42 ore fossero poche!  Ma ci rendiamo conto?

Se volete davvero che possa avvenire una svolta nella gestione dell’emergenza sanitaria, cominciate a immaginare che questi mille euro non siano un rimborso spese, ma siano inseriti con un meritevole aumento di stipendio per gli infermieri impegnati al fronte! Perché qui – conclude – si palesano ancora una volta irresponsabilità e autolesionismo. Mentre nella palude, in attesa di essere tirati fuori dalla melma, ci sono gli italiani, nel pieno di una emergenza sanitaria che continua a flagellare centinaia di vite umane ogni giorno”.

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