HomeNotizieSPORTDe Angelis: “Orgoglioso di continuare qui. Mercato? Vediamo chi resta”

De Angelis: “Orgoglioso di continuare qui. Mercato? Vediamo chi resta”

Intervista con il direttore sportivo del Campobasso: “Di Prosperi ci piace la capacità di interpretare le partite. Guida e Alagia non rientrano nei nostri piani. Persia resta con noi, con Bontà parleremo”. E poi anticipa le mosse con i pezzi pregiati Liguori, Pace e Tenkorang.


di Maurizio Cavaliere

La coppia delle grandi imprese si è separata. Il calcio è come il lavoro: ci si incontra, si collabora, bene o male a seconda dei casi, e poi inevitabilmente le strade si dividono. Per fortuna uno dei due, il direttore sportivo Stefano De Angelis, è rimasto, aspetto importante per dare continuità al progetto di questo Campobasso giovane e vincente (perché mantenere la serie C è una vittoria, ci sono pochi dubbi a riguardo).

De Angelis non è uno che ama esporsi sul piano mediatico. Sempre dietro le quinte, pronto a sostenere la causa e a supportare l’allenatore con calciatori che abbiamo determinate caratteristiche: voglia di sacrificarsi, migliorare e capacità di mettersi in mostra.

Certo, l’addio di Cudini gli ha procurato un discreto dispiacere. Ricordiamo le sue lacrime il giorno dell’ultima conferenza stampa del mister. Segno di una sensibilità importante e del fatto che quella decisione determinava comunque la fine di un ciclo.

Ma oggi De Angelis è più carico che mai. Ha lavorato sotto traccia per ottenere subito il sì dal neo tecnico dei lupi Fabio Prosperi e sta via via percependo le sensazioni dei calciatori in rosa, che lui vorrebbe tenere tutti, ma, come ha detto il presidente Gesué dopo l’ultima di campionato, ciò non sarà possibile.

Dopo la capatina nel weekend, che ha sancito l’accordo ufficiale con Prosperi, il diesse è tornato a casa, a Giulianova.

“Sto lavorando, certo. Abbiamo tutti aspettato la chiusura della stagione, ora la nuova avventura è cominciata – ci ha detto – Vogliamo ripartire con lo stesso entusiasmo di sempre. La città ha voglia di calcio e nutre delle sane ambiziosi. Girata pagina siamo pronti per un nuovo capitolo. Tutto quello che è stato fatto è importante, ma si riparte dall’idea che non abbiamo fatto niente. E’ tutto ancora da dimostrare sul campo, anche quest’anno”.

Il Campobasso lavora sulle eventuali cessioni e sugli acquisti: De Angelis mette subito in chiaro un aspetto. “Se le offerte che riceveremo non saranno per noi soddisfacenti, terremo i nostri calciatori”. Giocatori che dovranno capire che il Lupo di oggi è più o meno quello di un anno fa. Le condizioni economiche non consentono di allungare troppo il passo. Il rischio di cadere c’è, a qualsiasi livello. Quante società di serie C abbiamo visto fallire tristemente a campionato in corso o dopo.

La strada tra rinnovi e cessioni è sempre la stessa: se un calciatore può migliorare il suo contesto tecnico è giusto che si giochi la sua chance. Spiega meglio De Angelis: “Vuol dire salire di categoria oppure andare a giocare in una squadra di C che ha concrete ambizioni e risorse per vincere il campionato”. Pensiamo al Bari dell’anno scorso, che effettivamente aveva non una ma due marce in più.

I più richiesti, ma finora i sondaggi non sono ufficiali, sono Liguori, Pace e Tenkorang, giocatori presi da De Angelis e fatti crescere esponenzialmente da Cudini. Poi l’esplosione più essere immediata come quelle di Liguori e Pace o più lenta come quella di Tenkorang. O quella di Fabriani, altro atleta molto giovane che è maturato tanto e sul quale ci sarebbero le attenzioni di altri club.

“Quello che è certo è che con i giovani bisogna avere pazienza. Le critiche al primo errore sono la cosa peggiore che si possa fare con loro. Bisogna farli maturare, se si lavora bene le soddisfazioni arrivano”. L’allusione velata del diesse può essere alle critiche subite da Tenkorang al primo anno in rossoblù. Critiche preconcette che il campo ha sgretolato senza pietà.

“Quello che interessa alla società è che i giovani, ma anche gli altri calciatori, dimostrino di meritare la piazza. Se hanno stimoli e voglia, restano, se hanno voglia di altro troveremo insieme la soluzione. Per tutti ricominciare sarà come vivere il primo giorno di scuola”.

Sarà un nuovo battesimo anche per lui. De Angelis ama le scommesse e si fida ciecamente degli altri dirigenti, primo tra tutti Gesué. Sta lavorando senza aver ancora firmato il nuovo contratto, come sempre annuale con la società. La scadenza del 30 giugno non lo preoccupa e il fatto che resterà a Campobasso con l’ennesimo accordo annuale e non con un biennale, certifica la sua voglia di rimanere in Molise, perché qualcuno è andato a bussare pure alla sua porta, non solo a quella di Cudini.

Per ora sui lupi del futuro prossimo non si sbottona, ma qualcosa di interessante riusciamo a coglierla tra le sue parole. Per esempio che Persia resterà in rossoblù: “Gli piace l’ambiente e ha dimostrato di essere tornato il calciatore che era prima dell’infortunio”.

Considerazioni anche su Di Francesco e Bolsius, il primo potrebbe restare in prestito dall’Ascoli: “Ha cominciato benissimo la stagione, poi ha pagato l’infortunio, ma se ci saranno ancora le condizioni lo terremo eccome”. L’olandese invece è un enigma: “Si libererà dai vincoli precedenti il 30 giugno, con noi era in prestito, poi parleremo e vedremo cosa fare”. La sensazione è che il Campobasso proverà a tenere anche lui. Poi ci sono i giocatori che De Angelis conosce da più tempo. Menna e Dalmazzi sono difensori importanti su cui la società sembra voler puntare ancora. E poi c’è capitan Francesco Bontà: “Ha l’età per poter desiderare di fare altre esperienza. E’ un giocatore importante. Parleremo molto presto per capire cosa fare, insieme. Il Campobasso ha i suoi parametri e resteremo nel range stabilito”.

Del progetto continueranno a far parte, questa è la nostra sensazione per ora, Merkaj, che ha un contratto fino al 2024 ed Emmausso. Aspettando di capire cosa succederà con Rossetti e Liguori, De Angelis ci anticipa che: “Guida e Alagia non rientrano nel progetto”. Dei due esterni del Vastogirardi si parla da qualche settimana, anche in virtù dell’arrivo, ormai ufficiale, di Prosperi in panchina: “Hanno fatto un grande campionato entrambi e posso dire che con Guida abbiamo fatto un tentativo nell’ultimo mercato invernale. Poi le cose sono cambiate”. L’affondo non dovrebbe esserci dunque, la società sta guardando in altre direzione.

Dai due giocatori ‘altomolisani’ il discorso scivola naturalmente su Prosperi che De Angelis ha seguito a lungo, al punto che a Vastogirardi qualcuno non l’avrebbe presa bene… inconvenienti del mestiere. “Del nuovo mister ci sono piaciute la capacità di interpretare le partite e il calcio che gioca”. Il fatto che sappia lavorare bene per lanciare i giovani è stato probabilmente altrettanto decisivo. E De Angelis aggiunge: “Per me l’allenatore bravo è quello che si adatta alla circostanza e ai giocatori che ha. Se si gioca in attacco e ci sono tanti giovani bisogna permettere loro di sbagliare, altre volte, quando il risultato è essenziale, occorre andare più sul sicuro”. Concretezza che Prosperi ha mostrato nella partita dei playout valsa la salvezza agli altomolisani. Modificare il tradizionale 3-4-3 per avere ancora più sostanza in mezzo al campo è segno di buonsenso oltre che di maturità.

D’altronde anche Cudini quest’anno ha dimostrato di saper cambiare in corsa all’occorrenza: “Beh, è stato un campionato difficile – interviene in proposito il diesse – Avevamo tanti esordienti e non sempre i giovani sono in grado di riconoscere alcuni momenti delle partite. Certe volte si attacca perché l’inerzia è quella ed è dovuta all’esuberanza e all’inesperienza. La nostra filosofia era quella di fare un gol più dell’avversario. Poi, prendiamo la partita in casa col Monterosi: si attacca alla grande per 70 minuti e non si interpreta bene il momento decisivo della gara. Bisogna essere bravi a colpire ma anche a soffrire evitando di avere la presunzione di attaccare per 90 minuti, soprattutto contro gli squadroni. Le pause sono fisiologiche per una squadra in crescita come la nostra, in ogni caso – dice soddisfatto l’ex centrocampista di serie C a Teramo, Lucca, Forsinone, Manfredonia, Chieti, Avezzano e non solo – ce la siamo giocata con tutti, tranne all’andata col Latina”. Fierezza, determinazione e una certa propensione al rischio sono le caratteristiche di questo direttore sportivo da tre anni a Campobasso (arrivato il 6 luglio 2019) che si è fatto apprezzare per tanti motivi, finora, non solo per essere riuscito a pescare giocatori come Liguori, Pace e Tenkorang, per citarne tre. Considerazioni essenziali quando si valuta il lavoro di un direttore sportivo e lui, quello del pianto all’addio sportivo di Cudini, ricambia volentieri la stima: “Mi piace essere esigente, caricarmi anche nelle critiche e avere continui stimoli positivi. Qui a Campobasso ne ho in abbondanza. Sì, sono orgoglioso di essere rimasto”.

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