Aumentano rispetto al maggio ma diminuiscono rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I dati della Camera di commercio


CAMPOBASSO/ISERNIA. Sono 2.130 le assunzioni previste nel mese di giugno in Molise: 670 in più rispetto al mese di maggio ma in diminuzione di circa 100 unità rispetto allo stesso periodo di un anno fa. La maggior parte dei contratti sarà a tempo determinato.

A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che elabora le previsioni occupazionali di giugno.

“In regione – si legge nel report – l’industria programma a giugno 580 entrate (80 assunzioni in più rispetto maggio, ma -210 rispetto a quanto previsto a giugno 2021) e 1.490 nel trimestre giugno-agosto; sono circa 1.560 i contratti di lavoro che si intendono attivare nel settore dei servizi (+600 assunzioni rispetto ad un mese fa e +110 rispetto a giugno 2021) e 3.880 quelli previsti per il trimestre giugno-agosto”.

Nel dettaglio, le entrate programmate a giugno ‘22 nel settore delle costruzioni restano invariate rispetto a maggio, ma sono in diminuzione nel confronto ad un anno: -18 per cento che corrispondono a circa 80 entrate in meno. L’industria manifatturiera fa registrare un aumento rispetto al mese precedente (+70 entrate programmante, +46,7 per cento), ma una diminuzione nel confronto con la situazione a giugno di un anno fa (-120 entrate, -35,3 per cento). Sono poi circa 1.560 i contratti di lavoro che si intendono attivare nel settore dei servizi (+600 assunzioni rispetto ad un mese fa e +110 rispetto a giugno 2021) e 3.880 quelli previsti per il trimestre giugno-agosto.

CONTRATTI. Come si diceva, si conferma il prevalente ricorso ai contratti a tempo determinato, proposti in oltre il 70 per cento dei casi. I contratti a tempo indeterminato raggiungono il 14 per cento, seguono i contratti di somministrazione (3%), quelli di apprendistato (2%) e le altre tipologie contrattuali (11%).

In crescita la quota di assunzioni per cui le imprese molisane dichiarano difficoltà di reperimento, che complessivamente raggiunge il 37%, circa 10 punti percentuali in più rispetto a giugno 2021, con causa prevalente la mancanza di candidati per i profili ricercati. La difficoltà di reperimento aumenta fino al 58,5% per i tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell’istruzione tra i profili high skill, fino al 72,7% per gli addetti accoglienza, informazione e assistenza alla clientela tra i profili medium skill e fino al 62,7% per i conduttori di mezzi di trasporto tra i profili low skill.

IL DATO NAZIONALE. Il dato complessivo sulla difficoltà di reperimento, regionale e nazionale, testimonia il momento di difficoltà del mondo di lavoro in Italia e potrebbe rientrare come dato tangibile all’interno della discussione in atto sull’introduzione di salari minimi o altre forme di incentivazione della produttività del lavoro (l’Italia è uno dei paesi europei con minore produttività del lavoro, nonostante sia uno dei paesi nei quali si lavora di più in termini di numero di ore, e al contempo il paese nel quale i salari sono cresciuti meno).

Infine a livello territoriale si conferma il ranking da nord a sud, con le imprese delle regioni del Nord Est ad incontrare le maggiori difficoltà di reperimento (sono difficili da reperire il 44,5% delle figure ricercate), seguite da quelle del Nord Ovest (41,2%), Centro (37,7%) e Sud e Isole (33,8%).