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Sisma Bonus, sequestrati 3,8 milioni di euro a due imprenditori: c’è anche Paolo Frattura

L’operazione condotta dalla Guardia di Finanza. I reati ipotizzati dal sostituto procuratore di Cassino Alfredo Mattei vanno dal ‘falso ideologico commesso da pubblico ufficiale’ alla ‘soppressione, occultamento e distruzione di atti’, fino alla ‘truffa sulle erogazioni del Sisma Bonus’. La difesa: “Sicuri che la vicenda sarà ampiamente chiarita”


CAMPOBASSO. Sisma Bonus, la Guardia di Finanza di Cassino ha eseguito questa mattina il sequestro di crediti d’imposta e conti correnti per un valore complessivo di 3,8 milioni di euro a carico di una società e due imprenditori: l’ex presidente della Regione Molise Paolo Di Laura Frattura e l’immobiliarista Salvatore Fontano, ex consigliere comunale di Cassino per Italia Viva. Lo riporta un’Ansa appena battuta.

I reati ipotizzati dal sostituto procuratore di Cassino Alfredo Mattei vanno dal ‘falso ideologico commesso da pubblico ufficiale’ alla ‘soppressione, occultamento e distruzione di atti’, fino alla ‘truffa sulle erogazioni del Sisma Bonus’.

Si tratta dello sviluppo delle indagini che a marzo hanno portato al sequestro degli appartamenti realizzati da Frattura e venduti da Fontana, con la rigenerazione dell’immobile abbandonato in cui si trovava l’ex Mercato Coperto. All’epoca si ipotizzò che i lavori fossero abusivi in quanto la licenza edilizia rilasciata nel 2014 era scaduta nel 2017 e non risultavano proroghe. Vennero esibite da Frattura ai giudici del Riesame che annullarono il sequestro.

Il sostituto procuratore Mattei, chiarisce ancora l’Ansa, allora ha fatto notare che se l’immobile non è abusivo perché i lavori sono iniziati nel 2014 allora non poteva usufruire di 93mila euro di sconto fiscale ‘Sisma Bonus’ su ogni appartamento perché quel beneficio è riservato ai progetti autorizzati dopo il 2017. La Finanza ha rilevato delle anomalie sulle proroghe: sospetta che siano state sostituite con la complicità di un dirigente comunale e nei nuovi documenti si attesta che il titolo a costruire doveva intendersi adottato nel mese di marzo 2017. Da qui le nuove accuse ed i sequestri.

La notizia è stata commentata anche dal legale di Paolo Frattura, l’avvocato Mariano Prencipe, che si dice sicuro di poter chiarire la vicenda.

“Malgrado le recenti norme approvate – scrive – vedo che è dura a morire la consuetudine di mandare dispacci ‘ufficiali’ su indagini che dovrebbero essere coperte da segreto. Mi chiedo però perché in questi “comunicati ufficiali” si ometta di dire che siamo al terzo tentativo e che i due precedenti sono stati platealmente annullati dai competenti Tribunali del Riesame. Anche stavolta investiremo l’autorità giudiziaria deputata a vagliare la legittimità di tali atti sicuri che la vicenda sarà ampiamente chiarita”.

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