Due molisani sono stati rinviati a giudizio a seguito delle indagini dei carabinieri di Bojano che avevano denunciato il 29enne e il 40enne
BOJANO. Lesioni personali in concorso aggravate per le finalità discriminatorie: con queste accuse sono stati rinviati a giudizio un 29enne e un 40enne, ritenuti responsabili di un’aggressione omofoba nei confronti di una giovane donna.
L’episodio risale allo scorso 29 luglio, durante una delle tante festicciole in un paese dell’hinterland bojanese.
Come ricostruito dai carabinieri, superata da poco la mezzanotte, un gruppo di ragazzi provenienti dal capoluogo, che stava trascorrendo la serata in allegria, ha notato che due sconosciuti avevano preso di mira una ragazza della loro comitiva.
Inizialmente qualche sfottò, poi gli insulti sempre più pesanti e nitidi: la ragazza era oggetto di scherno per il suo orientamento sessuale.
La situazione è degenerata e i due giovani hanno aggredito la ragazza, poco più che trentenne, colpendola ripetutamente con calci e pugni, gettandola a terra.
Per guadagnarsi poi la fuga, i due hanno creato scompiglio lanciando sugli altri presenti panche e sedie e tutto ciò che trovano a portata di mano.
La ragazza, visibilmente provata dall’aggressione, è stata soccorsa dagli amici e accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale di Campobasso, ove, ricevute le cure dei medici, è stata dimessa con una prognosi 30 giorni per la frattura delle ossa nasali e forte contusione ad un ginocchio.
L’attività investigativa dei Carabinieri, attivati dalla denuncia della vittima, ha consentito – nel volgere di qualche giorno – di individuare e denunciare i due autori, 29 e 40 anni, residenti nella zona.
I due, oggi rinviati a giudizio dal Sostituto Procuratore che ha condiviso le risultanze investigative dei militari, dovranno rispondere di lesioni personali in concorso aggravate per le finalità discriminatorie (Art. 604 ter c.p.) e rischiano anche provvedimenti di natura amministrativa per i quali sono in corso approfondimenti.
Da Via Croce si sottolinea con fermezza l’importanza di fare sistema tra le varie componenti sociali, al fine di poter attivare gli attori di una rete relazionale che consenta ai giovani di poter crescere secondo modelli educativi diversi da quelli che quotidianamente i social propinano ed eleggono a modello da emulare.